Qualche anno fa scrissi un articolo per «il Cittadino» utilizzando una metafora ciclistica, che vorrei riprendere. Mentre scrivo vedo nella mente il traguardo dell’ordinazione sacerdotale, sono sul rettilineo d’arrivo per la volata finale di questa lunga tappa del seminario. Il cammino di seminario non è una gara ciclistica, ma si provano emozioni, sensazioni simili.
Il cammino di gruppo è importante: si inizia, appena entrati, facendo i “gregari”, osservando la vita di seminario per imparare, stando a ruota. In questo il seminarista viene aiutato dal rettore, dal padre spirituale e dal vice – rettore i quali, con pazienza e fiducia valutano e vagliano le nostre caratteristiche per farci migliorare, affinchè possiamo esprimere al meglio le nostre qualità. Ogni seminarista ha delle qualità particolari, ma tutti sono consapevoli di voler raggiungere lo stesso traguardo.
Il cammino del seminario ha in comune con le gare ciclistiche una dura preparazione, un allenamento faticoso, talvolta stancante. La preparazione teologica aiuta a costruire le basi per la futura vita sacerdotale: nei cinque anni di teologia abbiamo imparato a conoscere meglio il mistero di Cristo e tutto ciò che comporta essere discepoli del Maestro. Sono stato alla scuola del Maestro per comprendere meglio la nostra vocazione sacerdotale e per comprendere il ruolo del sacerdote nella Chiesa universale, nella Diocesi di Lodi e nella parrocchia di…? Mi sono preparato duramente nello studio per essere in grado di rispondere alle domande di senso che i fedeli (ma anche i non fedeli) mi porranno, sapendo che vorranno risposte sincere e coerenti. Mi sono preparato nello studio per esprimere una liturgia che sia fonte di santificazione per l’uomo. Mi sono preparato nello studio per portare Cristo in ogni parrocchia in cui sarò chiamato a vivere.
C’è stata anche una preparazione attiva: la vita in parrocchia durante i fine settimana nei quali ho potuto mettere in pratica ciò che abbiamo imparato. La vita in parrocchia, però, è stata soprattutto una grande palestra di vita nella quale ho incontrato tanta umanità: persone che mi hanno edificato con la loro fede, persone con cui ho riso, persone con cui ho pianto, persone da cui ho potuto imparare qualcosa, persone che hanno pregato per me. In parrocchia il seminarista intuisce la bellezza, ma anche la fatica di fare il sacerdote; però capisce l’importanza della preghiera della comunità che lo sostiene: come in una gara ciclistica il seminarista si sente accompagnato di mille volti incontrati negli anni di cammino.
Io ricordo le bellissime esperienze che da seminarista ho vissuto a Sant’Alberto, Caselle Landi, Brembio e Livraga. La parrocchia è l’allenamento che fa diventare il gregario un uomo squadra a tutti gli effetti, perché in parrocchia il gregario prende consapevolezza che può tagliare il traguardo, da protagonista.
L’ordinazione è una tappa importante e, come al Giro d’Italia, dopo una tappa ce n’è subito un’altra, magari più dura, però sappiamo che la vita di fede è soprattutto vita di comunità che sostiene con la preghiera e la prossimità.
Pregate per me affinchè la mia vita sia una corsa per portare Gesù nel mondo
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