Carcere, Messa con monsignor Merisi

La celebrazione si è conclusa con una toccante Ave Maria

Una toccante Ave Maria cantata da un detenuto ha concluso ieri la celebrazione del Vescovo al carcere della Cagnola. Con il suo segretario don Roberto Arcari e il cappellano don Gigi Gatti, alle 15.30 Merisi ha celebrato la Messa nella cappellina e con i carcerati hanno partecipato anche i volontari che si occupano di alcune attività, non ultimo il supporto dato al mercatino di Natale aperto in San Cristoforo che si è chiuso ieri. Un grazie al cappellano e all’associazione lodigiana dei volontari in carcere (ALoVoC) è venuto dalla direzione della Cagnola, con le parole di Stefania Mussio che ha dichiarato: «La vita quotidiana dei detenuti è migliorata grazie a molte persone sempre disponibili e ora abbiamo un forno, la fonoteca, le due cucciole di labrador. Grazie anche al Vescovo che da quando io sono a Lodi, non ha mai mancato di venire ogni anno a Natale a celebrare qui in carcere». E al vescovo è stata presentata una candela insieme alla torta al cioccolato preparata da due detenuti proprio con il nuovo forno, mentre altri hanno animato la messa distribuendo i libretti dei canti o partecipando alle letture. Alcuni hanno recitato il Padre Nostro anche in lingua romena. «Mi rivolgo a chi tra voi è cristiano ma anche a chi è in ricerca», ha detto Merisi nell’omelia. «Il Natale ci ricorda la vita di un uomo nato povero, con una morte dolorosissima in croce, che ha sofferto perché si è sentito abbandonato ed è stato condannato. Ha condiviso la nostra esistenza. Che senso ha questo per la nostra vita? Ciascuno risponda nel segreto della coscienza, in quel luogo dove siamo soli di fronte a noi stessi e a Dio». E ha poi concluso: «Questa nascita apre il cuore anche alla speranza. Siete in una comunità che non avete scelto, ma anche qui potete avere occhi di attenzione per gli altri e legami di amicizia».

R. Bi.

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