Bocca, un «partigiano della parola»

Giorgio Bocca era un «partigiano della parola» e con i suoi scritti sapeva provocare «una reazione di pensiero e morale».Il ritratto è quello tracciato durante l’omelia da don Roberto Vignolo, biblista e sacerdote lodigiano, da tempo legato alla famiglia del grande giornalista morto il giorno di Natale a 91 anni. È stato lui a celebrare questa mattina i funerali nella Basilica di San Vittore in Corpo.Don Vignolo ha descritto l’eredità lasciata da Bocca: «Un’eredità notevole, bella, umanissima e cristianissima, perché noi crediamo in un Dio che si è fatto parola e sacra scrittura». Per il giornalista, ha detto don Vignolo, la «parola era un’arma: se certi cronisti possono essere paragonati a un tiratore di fioretto, a Giorgio dovremmo dare una sciabola», perché, più che a blandire l’interlocutore, «puntava semmai a ferirlo, così da suscitare, attraverso un impatto forte, una reazione di pensiero e morale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA