«Avviate la consulta di pastorale familiare»

L’invito del Vescovo durante la visita pastorale a S. Angelo

Una consulta vicariale di pastorale familiare con un sacerdote e una coppia referente da ogni parrocchia, una coppia di sposi che si costituisca punto di riferimento per la pastorale familiare e magari una commissione in ogni parrocchia che tenga presente anche le coppie più anziane. Queste le indicazioni che il Vescovo di Lodi Giuseppe Merisi, quasi terminata la visita pastorale nel vicariato di Sant’Angelo, ha lasciato giovedì sera all’incontro all’oratorio di San Rocco che ha visto gli interventi di don Antonio Peviani (direttore dell’Ufficio), Reginella e Giacinto Bosoni, Giuseppe e Laura Bosoni, referenti rispettivamente diocesani e vicariali per la pastorale familiare. «Lo scopo di una consulta vicariale sarebbe favorire gli scambi tra le parrocchie e migliorare i collegamenti tra tutte le realtà che si occupano di famiglia, raggiungere il maggior numero di persone e non sprecare energie nel fare tutti le stesse iniziative ma spezzettate», ha approfondito Giuseppe Bosoni.

Un lavoro in rete con magari la presenza di un gruppo famiglie in ogni parrocchia, come suggerito dal Vescovo che ha poi ripercorso alcuni documenti ecclesiali: «Se prima del Concilio era considerato impegno familiare soltanto quello nei confronti dei figli e della vita cristiana, più tardi si è data centralità al sacramento del matrimonio«, ha ricordato Merisi. «Successiva è l’attenzione alla famiglia come Chiesa domestica, al suo rilievo nella società civile e parrocchiale, alla dimensione spirituale, e ai nostri giorni al fisco a misura di famiglia». E don Peviani ha messo in luce il ruolo dei coniugi come soggetti attivi e responsabili dentro la Chiesa, protagonisti e risorsa per il territorio. «La coppia è l’immagine che Dio ha scelto per manifestarsi, il vino nuovo del Suo amore: deve adempiere alla sua chiamata ed essere ciò che Dio le chiede di essere, strumento di comunione per chi incrocia. Dunque, dentro le dimensioni di annuncio, celebrazione e carità, quale può essere l’apporto originale della famiglia nella parrocchia?». In diocesi la commissione familiare pensa percorsi che sono andati delineandosi negli anni in modo sempre più preciso: Reginella e Giacinto Bosoni hanno ricordato la preparazione al matrimonio, i gruppi famiglia, le proposte per separati e divorziati e per chi chiede il Battesimo per i figli, dall’Avvento 2010 si è poi sperimentato il pomeriggio di spiritualità appositamente per famiglie con figli (che si ripeterà il 13 marzo, prima domenica di Quaresima); il Consultorio “Centro per la famiglia” da quest’anno dedicato al medico santangiolino Giancarlo Bertolotti; infine la nascita del forum delle associazioni familiari che sostiene le cosiddette “buone pratiche” nel campo delle politiche familiari e dialoga con le istituziioni per mettere al centro la famiglia, come primo e fondamentale soggetto sociale. «Se la coppia è maestra di relazione, allora testimonia la speranza cristiana anche in forme quotidiane, magari vicina a chi vive separazioni o lutti», ha ricordato Raffaele Gnocchi del gruppo famiglia di Sant’Angelo, mentre il vicario foraneo don Pierluigi Leva ha sottolineato: «Dove non c’è un gruppo in parrocchia non vuol dire che non si faccia pastorale familiare. Non si deve fare per forza qualcosa e riempire ancor più il tempo dei coniugi, ma comunicare che anche l’impegno alla fedeltà reciproca è già realizzare il regno di Dio e rendere presente il Vangelo nella storia personale e comunitaria. E come le coppie giovani adattano il proprio tempo al bimbo piccolo, così la parrocchia dovrebbe andrebbe al passo dei più piccoli. Dio ha pensato la comunità come famiglia».

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