Aborto, nel 2011 salvate 35 vite

Le donne che si rivolgono ai Cav (Centro aiuto alla vita) del Lodigiano sono in aumento. In quello di via San Giacomo, a Lodi (tel. 0371/423500), nel 2010 ne sono passate 616. Nell’anno in corso sono diventate 700. Un segno tangibile della situazione crescente di difficoltà delle famiglie. Molti, cioè oltre 35, sono i bambini salvati dall’aborto tra Lodi, Codogno e Sant’Angelo nel 2011, senza contare, nei primi due casi, quelli che sono stati presi in carico dall’Asl. Insomma, storie come quella di padre Nike, il “prete ballerino” che pochi giorni fa ha convinto una donna a non abortire dicendole che la parrocchia di Livorno avrebbe adottato il suo bambino, nel Lodigiano sono l’ordinarietà. «L’anno scorso - spiega il presidente del Cav di Lodi e Codogno Giancarlo Colombo - abbiamo salvato 12 bambini con i progetti Gemma. Quest’anno, invece, sono stati 24 a Lodi e 5 a Codogno. A questi però bisogna aggiungere i casi seguiti direttamente dall’Asl. Il consultorio dell’Asl è efficientissimo. Quando ho iniziato a seguire il Cav, nella seconda metà degli anni ‘80, le donne aiutate erano circa 40, tutte italiane. Ad un certo punto, negli anni, le ragazze aiutate erano quasi tutte straniere. Adesso le italiane sono tornate in maggioranza».

Secondo Colombo, è importante anche «stare attenti alle donne che chiedono fondi senza essere gravide. Pochi giorni fa un gruppo di donne di Bargano faceva il giro dei Cav. Una di loro fingeva di essere gravida, ma noi l’abbiamo scoperta. Può darsi che qualcuno ce la faccia ad ingannarci, ma quelle che aiutiamo hanno veramente bisogno di sostegno. Abbiamo a che fare con gli ultimi che più ultimi non si può. A volte non si riesce a convincere la donna, ma la soddisfazione più grande è vedere la mamma che cambia idea e si tiene il suo bambino».

D’accordo con lui anche Franca Zanotti del Centro aiuto alla vita di Codogno, che ha sede presso la casa della carità in via Cabrini 1 (tel. 0377/431202 mercoledì mattina e lunedì pomeriggio, a partire dal 9 gennaio). «Quando abbiamo iniziato nel 2004 - racconta - erano 3 o 4 le mamme che si rivolgevano a noi. Quest’anno ne abbiamo aiutate un centinaio stabilmente, poi ci sono quelle che si rivolgono a noi occasionalmente per chiedere seggiolini, passeggini e quanto serve per il loro bambino. La crescita è stata continua».

Situazione critica anche a Sant’Angelo. Qui i bambini salvati dall’aborto nel 2011 sono stati 6: 2 con i fondi Nasko e 4 con i progetti dell’Asl. «Abbiamo aiutato 96 mamme - spiega la presidente Anna Baisotti - , poi 43 neonati e 85 bambini, fino a 3 anni di età, con tutine e vestiti. Le richieste sono sempre in aumento. Noi chiediamo il modello Isee e sono sempre a zero reddito. Non so come facciano a sbarcare il lunario. Una mamma era in coda al nostro sportello, in attesa del terzo figlio. Abbiamo sentito che confidava ad un’amica che avrebbe abortito. L’abbiamo trattenuta un po’ di più e l’abbiamo fatta ragionare. A volte parlano, ma non si rendono bene conto di cosa ci sia dietro un aborto. Nessuna mamma si pente poi di aver tenuto il suo bambino. Si pentono, invece, del contrario. Quest’anno, poi, il nostro sindaco Domenico Crespi ha messo anche le strisce rosa: parcheggi gratis per le donne gravide. Un bel segnale. La maternità è una grande cosa. Dovrebbero aiutare di più le mamme in attesa. I consultori pubblici dovrebbero cercare di inviarci di più le mamme che si presentano con la richiesta di interruzione di gravidanza, per dare loro la possibilità di sentire un’altra voce». Per dare un contributo al Cav di Lodi e Codogno utilizzare il conto corrente postale (37454428) o il conto corrente bancario (Banca Popolare di Lodi n. 172941 paese IT C.D. 12 CIN L C.A.B. 20301 ABI 05164). Per sostenere quello di Sant’Angelo rivolgersi in via Monsignor Rizzi 4 (tel. 0371/90410), oppure usare il conto corrente presso Banca Popolare di Lodi (Iban IT 25x0516433760000000265660).

Sono centinaia le donne in gravidanza che scelgono di rivolgersi ai Centri di aiuto alla vita di Lodi, Codogno e Sant’Angelo, dove solo quest’anno sono stati oltre 35 i bambini strappati a un destino di morte

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