Un’intera comunità piange il giovane

«Abitava altrove, ma non aveva mai abbandonato il suo paese...». Scandite a caldo dal sindaco, Claudio Bariselli, basterebbero queste parole per certificare e rendere eterno il legame tra Giuseppe Cappellini, Marudo e la sua gente. Gente, sì, perché il 36enne spirato martedì notte a Monteleone in un tragico incidente «era un ragazzo di compagnia, io l’avevo visto una decina di giorni fa e so che anche martedì sera era qui con i suoi amici», chiosa il primo cittadino di Marudo.

Affranto, il sindaco, e ancora più addolorato è un assessore, Cristiano Sangalli, grande amico di Giuseppe Cappellini: «Era stato anche al mio matrimonio, contribuendo a una giornata speciale con la sua allegria, perché era un ragazzo semplice e sorridente con tutti. Siamo cresciuti insieme, abbiamo passato insieme tanti sabati sera, anche l’ultima volta che l’ho visto era al bar che rideva e che scherzava. Ed era un ragazzo altruista», sospira Sangalli, ricordando l’impegno dell’amico per la Croce Bianca, Giuseppe che, come aggiunge il sindaco, adesso si era avvicinato al gruppo di Protezione Civile, perché la voglia di dare una mano non gli era mai mancata.

Dare una mano, sì, ma non solo. «Bello», come lo descrive un conoscente, lo sfortunato lodigiano lo era nell’aspetto ma soprattutto nell’atteggiamento, come sottolinea anche il suo “capo”, il gestore del Conad di Sant’Angelo, dove Giuseppe Cappellini lavorava da anni, e aveva conquistato tutti. «Era un bravissimo ragazzo, da noi faceva il macellaio e il salumiere, era un po’ il nostro jolly», conferma il responsabile del supermercato di via XX Settembre, tra i primi a scoprire la tragedia: «Non si era presentato al lavoro, così sono andato a casa sua. Ho visto la sua auto, pensavo dormisse, ma poi è arrivato anche il padrone di casa, e abbiamo notato come mancasse la moto e abbiamo capito che era successo qualcosa. Quindi abbiamo saputo che cos’era successo, e la disgrazia ha colpito tutti noi; anche i clienti, con i quali era sempre positivo, e che gli volevano un gran bene».

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