Partivano dalle casse dell’azienda alcuni dei soldi che Andrea Pizzocolo spendeva nelle sue serate con prostitute e escort, accompagnate da dosi di cocaina: è questa l'ipotesi cui è giunta la squadra mobile di Lodi analizzando i conti personali del ragioniere 41enne di Arese arrestato la notte di domenica 8 settembre con l’accusa di aver strangolato con due fascette una 18enne romena e poi ulteriormente accusato di aver legato, picchiato e sequestrato nel bagagliaio una 19enne a inizio agosto. Entrambe abbandonate nei campi di San Martino in Strada. Nei giorni scorsi l'amministratore dell’azienda elettromeccanica per cui lavorava Pizzocolo ha presentato querela nei suoi confronti, dopo che un’analisi dei movimenti di cassa ha rivelato alcuni operazioni sospette. Ora partirà una revisione contabile su più anni e la denuncia potrà essere integrata. Gli inquirenti parlano di una somma «consistente» (dai 3 agli 8 mila euro al mese) che potrebbe dare una prima risposta alle perplessità degli investigatori: da una parte uno stipendio tra i 1.800 e i 2mila euro netti mensili, dall’altra una compagna e una bambina da mantenere e la costosa ossessione per il sesso a pagamento, con un migliaio di spezzoni video, riguardanti almeno 70 donne, al vaglio della polizia. Dato che finora non sono emersi “snuff movie”, cioè video destinati al mercato nero che immortalano torture o omicidi, e che l’eredità lasciata dal padre a Pizzocolo era di poche decine di migliaia di euro, i prelievi non autorizzati in ditta, da parte di un uomo che da 10 anni curava l'amministrazione e godeva di piena fiducia, potrebbero essere una spiegazione. Che, paradossalmente, potrebbe lasciare più tranquillo anche il difensore Angelo Farina, dato che questa svolta potrebbe chiudere le indagini senza lasciare aperto per sempre il sospetto che il 41enne, così “professionale” nello strangolare la 18enne Lavinia Simona Aiolaiei, sia stato un serial killer che uccideva per filmare.
Dagli inquirenti si tende inoltre a escludere che vi possano essere nel computer e negli hard disk sequestrati a casa del ragioniere file criptati in modo sofisticato.
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