Una Messa all’aperto per il Beato don Carlo Gnocchi

Domenica a San Colombano tutti hanno potuto partecipare in sicurezza

25 ottobre, una data scolpita nella storia di San Colombano al Lambro e che la segnerà per sempre; è la data di nascita di don Carlo Gnocchi ed è anche la data che la Chiesa ha scelto per la sua memoria liturgica. Nel 2009 il 25 ottobre, cadeva come quest’anno di domenica, quando in una piazza Duomo a Milano gremita da 50mila fedeli veniva solennemente beatificato in una mattinata di sole. Così la comunità banina domenica scorsa ha voluto idealmente rivivere quell’indimenticabile momento ritrovandosi questa volta nella piazza a lui dedicata, sul sagrato della chiesa parrocchiale dove nel 1902 è stato battezzato, per vivere un momento di speranza in questo tempo di pandemia. Grazie all’impegno di tanti volontari, nel rispetto delle disposizioni di sicurezza, la Messa solenne è stata celebrata per la prima volta all’aperto per consentire a un maggior numero di persone rispetto a quello fissato all’interno della chiesa

È stato un gesto di affetto e devozione davvero sentito, vissuto nel raccoglimento e nella partecipazione ai vari momenti della celebrazione, dal ricordo del battesimo, alle preghiere per le diverse necessità, alla preghiera dell’alpino, alla preghiera di affidamento al Beato recitata da tutti i presenti. Nell’omelia, il parroco don Attilio Mazzoni ha portato all’attenzione dei presenti la dimensione caritativa del beato banino indicandolo a modello di impegno e di servizio disinteressato. Celebrando per la prima volta dal suo arrivo in febbraio questa festa, ha invitato a imitare concretamente il suo esempio più che mai attuale e seguire così la strada ancora oggi da percorrere per essere veri cristiani, citando alcuni passi di don Carlo che l’hanno commosso riassunti in questa espressione: “Comprendo che oggi solo la carità può salvare il mondo e che ad essa bisogna assolutamente consacrarsi”.

Per l’occasione un invito particolare è stato recapitato alle associazioni di volontariato caritative parrocchiali e vicine alla parrocchia, a partire dalla Caritas, Cav ed Emporio solidale, AVO, Unitalsi, esteso a AIDO, Croce Bianca, Gruppo Diversamente Abili e Protezione Civile .

Così alla presenza di queste energie spese quotidianamente per il bene del prossimo, di cui è ricco il borgo insigne, don Attilio ha lanciato l’idea che la festa del Beato Carlo diventi la festa del volontariato che trova in lui l’esempio, lo stimolo e il protettore. Grande l’apprezzamento dei banini per aver vissuto un momento speciale, in una cornice insolita, nel cuore del borgo che ha nel cuore il suo don Carlo e che in questo tempo di incertezza e precarietà per il Covid è stata protagonista ancora una volta di un evento di fede. Il grazie è andato a tutti coloro che si sono adoperati per la riuscita di questa manifestazione pubblica di affetto per don Gnocchi, tra cui gli agenti della polizia locale e i carabinieri per lo svolgimento della celebrazione in sicurezza, che non ha così interrotto una tradizione negli anni consolidata di dedicare al Beato don Gnocchi questa quarta domenica di ottobre e che quest’anno verrà ricordata per l’eccezionalità del momento.

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