Un esercito di quasi 500 disoccupati

Eugenio Vicini, segretario organizzativo della Cgil: «Gli ammortizzatori sociali devono essere finanziati in modo strutturale e adeguato, è importante promuovere i contratti di solidarietà»

Il numero si avvicina pericolosamente a quota cinquecento. È l’esercito dei lodigiani che hanno perso il posto di lavoro: 457 licenziamenti da gennaio a settembre, 250 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando il bilancio si fermava a 207.

Sul fronte del lavoro, il 2013 si conferma l’ennesimo anno nero, l’aumento della mobilità ha registrato +120,77 per cento, la performance peggiore di tutta la Lombardia, senza considerare il fatto che la media regionale si attesta attorno a +59 per cento.

Anche le altre province si trovano ad affrontare una situazione di difficoltà sul fronte dell’occupazione, l’unica che può vantare una riduzione dei licenziamenti è Cremona, dove si verifica un calo di circa il 17 per cento.

I dati fanno parte dell’analisi elaborata mensilmente dalla Cgil, il sindacato già da diversi anni effettua un monitoraggio della crisi sul territorio lombardo.

Il “monte ore” della cassa integrazione ha superato la soglia di 2 milioni 700mila, una cifra che tiene in considerazione sia la cassa ordinaria che quella straordinaria.

In particolare, due milioni di ore colpiscono direttamente gli operai, mentre il restante fardello è distribuito tra gli impiegati.

In base a una complessa formula calcolata dal sindacato, e che tiene in considerazione l’incidenza degli ammortizzatori sociali sulla popolazione dipendente, è come se in questo momento nel Lodigiano ci fossero quasi 2mila persone in cassa a zero ore.

«I dati dimostrano come sul versante dell’occupazione non siamo per nulla in una fase di uscita dalla crisi, ma siamo semmai nel pieno

- commenta Eugenio Vicini, segretario organizzativo della Cgil -. L’incremento dei licenziamenti lo sta dimostrando, oltre al ricorso della cassa per le diverse tipologie. Non dobbiamo però dimenticare che il dato della cassa “sconta” le aziende che non la stanno utilizzando perché hanno già chiuso. Noi chiediamo che vengano finanziati in modo strutturale e adeguato gli ammortizzatori sociali». Soprattutto per ciò che riguarda la cassa destinata ai “piccoli”, la deroga , per la quale non c'è ancora una copertura certa per il 2013: «I soldi non basteranno per tamponare tutta la richiesta di quest’anno».

Il sindacato sottolinea la necessità di incentivare alcuni strumenti, in grado di permettere alle aziende di “galleggiare”nella crisi.

«È necessario da parte di tutti i soggetti che si privilegino i contratti di solidarietà, questo per evitare i licenziamenti - aggiunge Vicini -, si tratta di uno strumento usato troppo poco rispetto alla situazione drammatica che c’è. Là dove è stata usato ha consentito di superare situazioni di difficoltà senza espellere nessuno, con una perdita economica per i lavoratori più ridotta rispetto alla cassa integrazione. Può essere utilizzato anche per le imprese artigiane aderenti all’Elba (Ente bilaterale dell’artigianato), anche se con risorse limitate».

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