Troppo rumore, multato “Il Castello”

Nel mirino anche la Telecom di via Pescherone

Le segnalazioni sono arrivate dai cittadini. Troppi rumori, sia di giorno che di notte. Impossibile riposare tranquilli, né tantomeno condurre con serenità le proprie mansioni quotidiane. E allora via ai controlli e alle multe. Semaforo rosso per il Consorzio centro commerciale “Il Castello” e per il Gruppo Tim - Telecom Italia spa di via del Pescherone. Le due attività produttive sono finite nei giorni scorsi nel mirino dei controlli incrociati dell’Arpa e di palazzo Delmati. Irregolari le loro posizioni secondo le rilevazioni effettuate proprio dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Lombardia. A far scattare le sanzioni, l’inosservanza dei limiti imposti dalla legge quadro contro l’inquinamento acustico n°447 del 26 ottobre 1995. Ad incastrare le attività, l’articolo 2 della legge che contiene i criteri per cui scattano le condizioni di disturbo sia all’ambiente abitativo che nell’ambiente esterno. Rumori che possono provocare fastidio al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti o tali da interferire con i legittimi utilizzi di quegli stessi ambienti. Nel testo di legge sono fissati inoltre i valori limite di emissione, ovvero il rumore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa, ma anche i valori limite di immissione, ovvero quanto un ambiente, abitativo o esterno che sia, può ricevere come fonte di rumore da altre attività e misurato, in questo caso, nei pressi dei ricettori. Nel caso delle due attività, ad essere violato è stato il limite di emissione di rumore, identificato come da sorgente fissa. Niente a che fare con il traffico degli automobilisti in cerca di parcheggio o i clacson di chi, snervato, non riesce a trovare dimora per il proprio veicolo. A far scattare le sanzioni, previste dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri 14/11/1997, il rumore di fondo continuo degli impianti di riscaldamento e condizionamento che sono costate alle attività una multa. Tutto è partito dunque con le segnalazioni di alcuni cittadini che hanno rivendicato la presenza di rumori fissi ininterrotti nei pressi delle due attività, recapitate direttamente sulla scrivania del dirigente di settore, Giavanni Battista Scarioni. Da qui sono partiti i controlli e la chiamata all’Arpa che è arrivata a Sant’Angelo con una squadra per effettuare i monitoraggi sulle sorgenti di rumore. Segnalazioni che avevano dunque fondamento. Alle due attività è arrivata dunque una multa di 1035 euro, protocollata negli uffici del comune lo scorso 17 febbraio. In totale si parla di 2070 euro che in larga parte, però, voleranno via da Sant’Angelo. La legge, infatti, prevede che il 70 per cento delle sanzioni comminate vada al bilancio dello Stato per poi essere devoluto ai comuni per il finanziamento dei piani di risanamento acustico.

Rossella Mungiello

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