TAVAZZANO Scorre poca acqua nella Muzza, si spegne la centrale

Le piogge di questi giorni hanno consentito un apporto idrico parzialmente sufficiente

Riprende oggi a scartamento ridotto (250 megawattora) la produzione di energia elettrica dalla centrale Ep Produzione di Tavazzano e Montanaso, gli impianti sono rimasti fermi 15 giorni a causa della siccità e della grave crisi idrica che ha colpito la Lombardia.

La portata del canale Muzza era talmente bassa (a un quinto della portata standard estiva) che non c’era acqua sufficiente per raffreddare le unità di produzione. Come la centrale termo-elettrica Ep di Tavazzano, sono rimaste ferme e lo saranno ancora nei prossimi giorni le piccole centrali idro-elettriche che nel corso dell’ultimo ventennio sono state autorizzate sui salti del canale Muzza e del derivatore Belgiardino.

La pioggia di ieri e quella prevista per oggi, sia in pianura sia soprattutto nel bacino montano, dà fiato alla centrale Ep Produzione. Il canale Muzza riuscirà a garantire alla centrale 10 metri cubi al secondo di acqua, una quantità sufficiente per riprendere la produzione di energia elettrica. Ep dovrebbe produrre circa il 25 per cento della propria capacità (250 megawattora), in accordo con il gestore della rete Terna.

Per due settimane piene la produzione si è completamente fermata. Le macchine sono state spente perché c’era troppa poca acqua per poter raffreddare gli impianti. Un problema analogo era già accaduto a luglio, ma per pochi giorni. Invece il 5 agosto scorso c’era stata la chiusura dei rubinetti del lago di Como, con le derivazioni destinate al consorzio Muzza ai minimi storici. Le piogge di ieri e quelle previste per oggi sul bacino alpino invece hanno alzato leggermente il livello del lago, e consentito quindi una derivazione leggermente maggiore per i consorzi irrigui sottostanti. Tanto è bastato per permettere a Ep di riprendere la produzione di energia elettrica, anche se la situazione non può dirsi totalmente superata, e anzi c’è ancora il rischio di un nuovo stop agli impianti se le piogge non saranno continuative.

Per questo, nonostante le quantità di energia elettrica prodotte siano molto inferiori (1 megawatt ciascuna indicativamente), anche lo stop alle piccole centrali idroelettriche dislocate sul Muzza ha la sua rilevanza. Sono più di una mezza dozzina gli impianti che si sono dovuti fermare. In questo caso le centrali sfruttano direttamente la potenza dei salti lungo il tragitto della Muzza o di suoi derivati.

Le portate sono intercettate con sbarramenti trasversali all’asse di percorrenza, forzando il passaggio dell’acqua nelle turbine posizionate negli impianti costruiti in fregio alla sponda del canale, con restituzione dell’acqua immediatamente a valle. Con una portata ridotta, l’acqua non è in grado di muovere le turbine per la produzione di energia elettrica. A differenza di Ep Produzione (che deve coordinarsi con Terna), questi impianti però sono gestiti in modo molto più agile e flessibile, e di fatto possono essere riaccesi in qualsiasi momento. Quello che i gestori si augurano di poter fare nei prossimi giorni.

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