Lavorare per sentirsi utili, parti della società, per tornare alla vita. Anzi per iniziarne una nuova. Dopo Lodi Vecchio, anche Tavazzano dà la possibilità a un gruppo di giovanissimi profughi arrivati dal Nord Africa, di rimboccarsi le maniche e mettersi a lavorare per la comunità. Il progetto, in collaborazione con l’Auser provinciale e quella locale, coinvolge a Lodi Vecchio 20 dei 40 profughi ospitati dal Laus Residence ed è iniziato tre mesi fa. A Tavazzano, dal prossimo 16 aprile e per tre mesi, saranno 6 i giovani nordafricani a lavorare per il comune con una lista di cose da fare stilata dall’ufficio tecnico, dalla pulizia delle strade ai lavori di tinteggiatura di recinzioni e aule della scuola.
«Da maggio a ottobre dello scorso anno abbiamo ospitato anche noi un gruppo di profughi e abbiamo toccato con mano cosa significa per loro non avere un’attività - ha spiegato l’assessore alle politiche sociali di Tavazzano, Barbara Galloni -: abbiamo raccolto l’invito con entusiasmo, anche se, dato il momento di ristrettezze economiche, abbiamo potuto avviare il progetto solo per sei persone. Si tratta di una sperimentazione ed è un buon inizio». I giovani lavoreranno a Tavazzano quattro ore la settimana ciascuno, suddivisi in gruppi di due e in tre differenti giorni della settimana, dalle 8.30 alle 12.30. Nelle giornate di sole raggiungeranno Tavazzano in bicicletta, due chilometri di percorso, in caso di maltempo sarà il comune ad occuparsi del trasporto. «Un’iniziativa di bontà, sensibilità e solidarietà - argomenta il sindaco di Tavazzano, Giuseppe Russo - : il nostro impegno sarà far sì che questi ospiti si sentano parte attiva della comunità. Un ringraziamento particolare va all’Auser, che ha reso possibile la realizzazione del progetto».
Per il sindaco di Lodi Vecchio, Giancarlo Cordoni, quella dei tirocini formativi è un’esperienza che «permette di ridare dignità lavorativa a persone che sono in attesa del riconoscimento da parte dello Stato del loro status» e che «punta all’integrazione perchè la popolazione non le percepisca più come mantenuti in hotel a spese dello Stato, anche se non dipende da loro». Un’avventura che, a Lodi Vecchio, ha già portato a risultati importanti sul piano pratico, «con un ragazzo che è riuscito a trovare lavoro facendosi notare», e umano, «con i dialoghi tra i volontari Auser in ludevegino e i ragazzi che magari parlano arabo e che comunque riescono a capirsi». Fondamentale per rendere operativo il progetto, la collaborazione dell’associazione Auser, che di fatto predispone l’assicurazione per i ragazzi coinvolti a cui viene riconosciuto un «incentivo» di un euro all’ora, quindi quattro euro a settimana in tutto per quattro ore di lavoro.
«Non si tratta di un compenso - spiega Cordoni - , perché l’attività è tutta a titolo volontario, ma solo di un incentivo per partecipare». Soddisfatti anche i membri dell’Auser. A Tavazzano per la presentazione, insieme ai due sindaci e gli assessori Galloni e Gian Matteo Piana, con delega all’ambiente, che si occuperà dell’agenda di lavoro dei profughi, c’erano il responsabile provinciale Alessandro Manfredi, quello della sezione di Lodi Vecchio, Giuseppe Mosca, e quello di Tavazzano, Pietro Giberti. Accanto a loro i protagonisti, i giovani profughi che davanti ai sindaci hanno firmato la convenzione per mettersi a servizio del comune e dell’Auser. E uscire così dall’inattività.
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