Strage di alberi a Lodi Vecchio

Gli operatori della zona industriale vorrebbero salvarli, ma il sindaco Cordoni non ci sente: «Spaccano marciapiedi e asfalto». Domani il taglio

Strage di alberi a Lodi Vecchio, nella zona industriale di viale Europa. E i lavoratori delle aziende si ribellano. La «mannaia» del comune si abbatterà venerdì mattina. E sotto i colpi inferti dalla ditta specializzata, a cui il comune ha affidato l’appalto, finiranno tutti i pini marittimi che si trovano sui marciapiedi, ai lati della strada percorsa dai lavoratori delle aziende della zona. Per chi la percorre ogni giorno, i cartelli con l’avviso della rimozione notati ieri mattina, sono stati un fulmine a ciel sereno.

«Non sapevamo nulla e crediamo sia uno scempio - dicono alcuni di loro, portando il pensiero di altri colleghi - : parliamo di circa 30 piante, molto belle, che certo non sono autoctone, ma sono anche l’unico sprazzo di verde in tutto questo cemento».

La decisione della giunta Cordoni rientra nel piano di manutenzione straordinarie delle strade e dei marciapiedi, affidato alla ditta Oscar Meloni. Un’opera corposa - del valore di circa 290 mila euro - , in cui rientrano diversi interventi, tra cui quelli previsti su viale Europa. E in cui - con un’ordinanza, la numero 14 del 4 marzo scorso - , si precisa anche la rimozione degli alberi lungo tutto il tratto. Per i lavoratori è un atto «che non ha giustificazioni, che denota una scarsa sensibilità nei confronti di un quartiere già abbandonato a se stesso - spiegano - : la situazione di pericolo per le radici è limitata a due o tre casi e potrebbe essere risolta con un opportuno taglio solo della parte che fuoriesce dall’asfalto. In ogni caso, quei marciapiedi non sono utilizzati perché la zona è frequentata solo dai lavoratori, che utilizzano moto e auto per andare al lavoro».

Per il sindaco di Lodi Vecchio, Giancarlo Cordoni, non c’è altra via che il taglio. «Dovevamo scegliere tra la sicurezza dei pedoni e delle piante non autoctone, che hanno già creato diversi disagi - spiega - : abbiamo scelto la sicurezza. Anche perché tagliare le radici significa farle morire comunque. Il marciapiedi è largo 80 centimetri e non c’è spazio per piantumare essenze. Per questo lo abbiamo fatto altrove, lungo la sp 115 dove abbiamo posato 100 tigli». I lavoratori però non ci stanno e annunciano una petizione per fermare le ruspe. Anche se il tempo stringe e, probabilmente, ci sono pochi margini di manovra. «Ci sono delle piccole aiuole e dei filari che danno sui campi, dove le piante sono morte e non sono mai state sostituite - dicono - : serve la volontà di intervenire sul quartiere, che forse non c’è».

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