Stangata anti-movida, rivolta a Sant’Angelo

Limitano la possibilità di iniziativa e introducono lacci burocratici. Oltre a nuovi balzelli per chi organizza eventi in città. Arriva la bocciatura ufficiale di Confcommercio, e degli esercenti santangiolini, alle nuove regole per la movida in città, introdotte con una deliberazione dal commissario straordinario Mariano Savastano. Tra le novità, una tariffa fissa di 100 euro per chiunque organizzi una manifestazione che contempli l’occupazione del suolo pubblico e la chiusura al transito dei veicoli di una strada, ma anche il versamento obbligatorio di una serie di cauzioni, per evitare danni al patrimonio pubblico e tutelare l’ente in caso di danni. Esborsi che verranno restituiti ai privati in caso tutto vada per il verso giusto, ma che non piacciono agli operatori di settore. Né nella versione “light”, la cauzione di 100 euro per qualsiasi manifestazione che prevede l’occupazione del suolo pubblico e la chiusura di una strada, né in quella decisamente più corposa da 500 euro, prevista per gli eventi che contemplano la presenza di attrezzature più imponenti, come i container, mentre per i circhi si va verso una tariffa di mille euro per l’occupazione del suolo pubblico.

Decisioni che Confcommercio giudica «quanto meno curiose». «D’ora innanzi si paga, ma non solo - dicono i commercianti santangiolini -: si burocratizza con l’introduzione di cauzioni per eventuali danni e si limita la possibilità di iniziativa. In altri termini, si scoraggiano le imprese ad organizzare eventi e manifestazioni ludiche». Sulla spinosa questione interviene anche Marco Poppi, segretario di Confcommercio Lodi, che ricorda come il provvedimento vada ad aggiungersi ad altri «dubbio gradimento e tutti finalizzati alla copertura del disastrato bilancio comunale», a partire dal raddoppio dalle strisce blu nel centro storico, «che ha fortemente penalizzato il commercio di vicinato».

Secondo Poppi, le nuove, contestate scelte di Palazzo Delmati in tema di movida non sono condivisibili perchè di fatto penalizzano gli esercenti, mentre «gli eventi organizzati dai commercianti dovrebbero, a rigore di logica, essere compartecipati dall’amministrazione comunale, che dovrebbe avere interesse a rendere piacevole la frequentazione del territorio».

Dal salotto buono del centro storico, fino alle zone periferiche, ovunque ci siano iniziative in grado di rivitalizzare le vie pubbliche. «Chi conosce il commercio dei piccoli centri urbani sa quanto siano importanti gli eventi e le manifestazioni per la sopravvivenza delle piccole imprese - chiude Poppi - : limitarne l’effettuazione, e gravarne di oneri l’organizzazione, è un danno anche per le casse comunali, oltre che per la collettività. Incomprensibile poi come in presenza di un’organizzazione locale di forte rappresentanza come Confcommercio non si sia pensato di condividere il tema, anche in un’ottica di mediazione».

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