Schianto in moto, Ivan non ce l’ha fatta

È morto ieri mattina in ospedale il centauro caduto in via Roma

Ivan Devecchi non ce l’ha fatta. Il 36enne di Crespiatica che venerdì notte era caduto con la moto in via Roma, a pochi metri da casa, è deceduto ieri mattina all’ospedale di Lodi. I medici non avevano illuso la famiglia con false speranze, ma non nascondevano la possibilità di sciogliere la prognosi nel pomeriggio o in serata se il giovane avesse risposto bene alle cure; invece una complicazione improvvisa delle sue condizioni non gli ha lasciato scampo. Lascia la sorella Piera, i nipotini e i genitori Eugenia e Giacomo, titolari di una falegnameria in via Dante oggi portata avanti dai familiari. Gente semplice, molto conosciuta e amata in paese, come lo era lo stesso Ivan.

Ivan Devecchi

«Era una grande persona, solo un po’ spavalda, ma sicuramente molto buona - sono le parole del cugino Pierluigi -. Dopo la sua morte sono state donate le cornee, gli unici organi che si sono salvati dallo schianto, come lui stesso aveva richiesto».

Ivan viveva in via Dante, all’ingresso del paese, con i genitori. Lavorava per una ditta bresciana che si occupa di manutenzione della rete idrica e del gas, e da qualche anno si era “regalato” una potente Yamaha R6. Venerdì notte era proprio in sella alla sua moto quando c’è stato l’incidente. Sembra che stesse rientrando da Lodi Vecchio, dove c’era stato un motoraduno, e prima di andare a casa sarebbe passato forse dal bar del paese per salutare gli amici di sempre. Invece, all’improvviso, ha perso il controllo del mezzo (per cause ancora da chiarire e al vaglio dei carabinieri) e ha sbandato verso la corsia opposta, fino a urtare il cordolo del marciapiede di via Roma. Il giovane è stato sbalzato da sella cadendo rovinosamente sull’asfalto: ha picchiato lo sterno e la cassa toracica, mentre la testa e le spalle sono state salvate dal casco.

Le sue condizioni sono apparse subito gravi. In ospedale a Lodi è stato ricoverato in rianimazione e ieri mattina, intorno alle 8, è deceduto. «Il paese è sotto shock, è una tragedia difficile da digerire - dice il sindaco di Crespiatica, Anna Maria Ogliari -, posso solo immaginare il dramma che sta vivendo la famiglia». Anche il parroco, don Pieralberto Vailati, conosceva il 36enne: «L’ho incontrato diverse volte e ci siamo parlati. Era un ragazzo con un carattere molto buono, che sapeva ascoltare, attaccatissimo alla mamma. Era solo un po’ esuberante».

Il suo corpo ora si trova nella camera mortuaria di Lodi, a disposizione dell’autorità giudiziaria che dovrà decidere se disporre o meno l’autopsia. Anche per questo non è ancora stata fissata la data del funerale.

Davide Cagnola

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