Sant’Angelo: Giovanna Pedretti ha difeso il suo post, per lei la recensione “falsa” era arrivata davvero

La versione resa agli inquirenti il giorno prima di venire ritrovata morta nel Lambro

Per me il cliente che ha fatto quella recensione esiste davvero, è venuto due volte nel locale ma non so chi è: è la versione resa da Giovanna Pedretti sabato scorso quando era stata chiamata in caserma a Sant’Angelo Lodigiano come persona informata sui fatti (un testimone quindi con l’obbligo di legge di dire la verità) dai carabinieri che stavano e stanno tuttora indagando per l’ipotesi di istigazione all’odio. Non si può parlare male di un locale perché ai suoi tavoli mangiano anche presunti gay o disabili, soprattutto mettendolo nero su bianco su un social network accessibile a una platea di lettori infinita. Giovanna, come è noto, quella recensione giovedì scorso l’ha ripresa su Facebook invitando quel cliente a non tornare più alle Vignole, la sua pizzeria, fino a quando non avesse cambiato idea.

Ma è inquietante trovare in rete almeno un’altra recensione simile, rilanciata nell’aprile del 2022 da una bruschetteria vicentina, in cui un fantomatico cliente scrisse “non mi sono sentito a mio agio” e poi “peccato perché la bruschetta era molto buona”. In quell’occasione, anche se la recensione era evidentemente ritoccata quantomeno con delle aggiunte grafiche (“insultare-su-Tripadvisor-sentendosi-grandi-chef”) i titolari risposero sul loro profilo Facebook molto più bruscamente della Pedretti (“a saperlo l’avremmo messa a mangiare nella porcilaia, dove si sarebbe trovato più a suo agio”) la stampa locale del posto apprezzò la loro presa di posizione, e tutto finì lì, senza varcare i confini della provincia, anche se pare che il caso fosse stato comunque rilanciato per un po’ dall’associazione “I sentinelli” di Milano.

Nel caso di Giovanna invece tra venerdì e sabato era scattato lo sbugiardamento via social, dopo che un paio di influencer avevano sollevato forti dubbi sull’autenticità della recensione, e la ristoratrice santangiolina era stata insultata da centinaia di leoni da tastiera ed era finita anche su alcuni telegiornali mentre veniva incalzata riguardo all’autenticità o meno della recensione che le aveva portato tanta notorietà. Davanti alla telecamera non era apparsa così risoluta, riguardo alla veridicità della recensione, come invece la forte attenzione sociale e mediatica di quelle ore avrebbero richiesto.

A Sant’Angelo c’è chi sostiene che Giovanna Pedretti avrebbe raccontato di aver ricevuto quella recensione omofoba e discriminatoria già lo scorso anno. Secondo gli “esperti” del web non può essere vera perché non utilizza lo stesso tipo di caratteri grafici dei principali siti che riportano le recensioni dei clienti di attività e ristoranti. La 59enne, che non risulta fosse un’esperta informatica ma aveva tutt’altra professione, e forse anche più gratificante, potrebbe essere caduta in una trappola, aver fatto la figura della bugiarda senza esserlo. Ma davvero nel 2024 si può morire per una recensione e le conseguenti polemiche?

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