San Martino, stop al maxi appalto: nove tagli alla Sergen

Sparpagliati tra Italia e il resto del mondo, prenderanno l’auto o l’aereo e faranno ritorno a casa entro lunedì. Trasporto pagato, garantisce l’azienda. Sono le maestranze della Sergen S.r.l di San Martino in Strada, azienda specializzata nella manutenzione meccanica e nelle bonifiche di impianti petrolchimici alle prese con una riduzione del fatturato che ieri ha fatto annunciare la messa in mobilità di 9 lavoratori.

La comunicazione è stata data in Assolodi ed è per discutere di questo, per capire chi dei 28 attuali dipendenti Sergen rischia di perdere il posto, che operai in missione in patria e all’estero e personale impiegato in casa, si ritroveranno lunedì in occasione dell’assemblea.

O per lo meno questa è la proposta del sindacato avallata dalla disponibilità dell’azienda a finanziare il viaggio, cui bisognerà vedere se corrisponderanno le volontà degli interessati.

«Sergen non potrà più contare sull’unico cliente che fino ad oggi le forniva lavoro nel campo delle bonifiche, la società Saipem - spiega il segretario provinciale della Fiom-Cgil Luca Magnani -, significa che i perimetri dell’attività esercitata da Sergen si ridurranno concentrandosi sulla sola manutenzione». Va da sé che venendo meno un intero settore di mercato, le rispettive competenze non saranno più necessarie, da cui la decisione di procedere ai tagli. Tanto più che l’azienda di San Martino naviga non proprio in buone acque e mantenere figure professionali improduttive è un lusso che non si può permettere di questi tempi secondo la dirigenza.

In un recente passato Sergen era già andata incontro alla riduzione dell’organico, scendendo da una quarantina al numero odierno di dipendenti. Pensare alla messa in mobilità di altri 9 lavoratori equivale però a limarne un altro terzo. Un taglio che pesa. «Nell’incontro di lunedì con i lavoratori vedremo di condurre insieme l’istruttoria - promette Magnani -, già stamattina (ieri per chi legge, ndr) abbiamo chiesto agli industriali misure alternative alla messa in mobilità, ma è fondamentale parlare adesso coi lavoratori». Sono gli operai addetti alla bonifica e un paio di quadri a rischiare il posto, i primi per l’ovvia ragione che viene meno il comparto in cui operano e gli altri per esigenze d’economia. In buona sostanza sarà il titolare stesso di Sergen a porsi in capo i compiti di responsabile del personale e responsabile della sicurezza. Occorre ridurre i costi. «Tra i nove dipendenti individuati solo uno potrà essere accompagnato alla pensione - riflette amaro il segretario Fiom-Cgil -, la maggior parte dei lavoratori hanno infatti attorno i 50 anni e un paio poco più di 40». La notizia del temporale che si è abbattuto su Sergen li raggiungerà mentre sono al lavoro, in giro per l’Italia e il resto del mondo, accompagnata dalla magra promessa del trasporto pagato dall’azienda per partecipare lunedì all’assemblea.

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