S. Angelo «primo intervento a rischio»

A poche ore dal Ferragosto, a Sant’Angelo scoppia il caso del punto di primo intervento dell’ospedale Delmati, che dallo scorso 15 luglio ha ridotto significativamente gli orari di apertura. L’associazione Sviluppo Santangiolino, che alle ultime elezioni amministrative aveva sostenuto l’ex sindaco Giuseppe Carlin, denuncia le «prove di chiusura» dell’importante presidio sanitario. Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Giuseppe Rossi sottolinea invece il carattere temporaneo della chiusura, dettata dalla necessità di fronteggiare le ferie estive del personale. Il consigliere provinciale Domenico Monti intanto annuncia un’interrogazione al consiglio provinciale.

All’origine della polemica due foglietti affissi all’ingresso dell’ospedale Delmati, che annunciano i nuovi orari del punto di primo intervento: dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 16, in tutti gli altri orari, il sabato, la domenica e nei giorni festivi, il presidio è chiuso e chi ha necessità deve forzatamente fare ricorso al pronto soccorso di Lodi. «È un segnale molto preoccupante - osservano Giuseppe Carlin ed Erminio Avogadri di Sviluppo Santangiolino -: i cartelli affissi all’ingresso dell’ospedale annunciano la data di entrata in vigore dei nuovi orari, ma non indicano quando il punto di primo intervento tornerà a funzionare regolarmente. Questo rischia di essere l’anticamera della chiusura definitiva del presidio, per questo diciamo no a un ulteriore scippo ai danni dei cittadini di Sant’Angelo».

Carlin e Avogadri, come si usa dire, mettono le mani avanti. Dall’Azienda ospedaliera, Rossi cerca però di inquadrare la situazione: «La riduzione degli orari di apertura è legata al periodo estivo e alla necessità di risparmiare turni di lavoro - sottolinea - siamo d’accordo che a settembre faremo una verifica. Peraltro non mi risultano problemi o disguidi legati ai nuovi orari». Resta il fatto che, quando il punto di primo intervento barasino è chiuso, i cittadini devono raggiungere Lodi anche per emergenze di piccola entità. «Il servizio prevede la presenza di medico e infermiere e garantisce la prima stabilizzazione del paziente, in attesa del trasferimento a Lodi per i casi più gravi - dice Carlin - la riduzione degli orari del primo intervento obbliga ad andare a Lodi anche per una semplice puntura di vespa oppure per un piccolo taglio che comporta l’applicazione di pochi punti di sutura».

Illustrati i fatti, Carlin passa alla polemica e lancia bordate in più direzioni. «Restiamo negativamente colpiti dal silenzio assordante dell’amministrazione comunale - afferma -: i casi sono due, o l’amministrazione comunale è stata avvisata della riduzione degli orari ed è consenziente, oppure non è stata nemmeno allertata e questo la dice lunga su quanto vengono presi in considerazione i nostri amministratori». Carlin parla anche di «silenzio assordante» da parte della Lega nord di Sant’Angelo, «un partito - dice - che si è sempre vantato di difendere il nostro ospedale: perché adesso non dicono niente? Forse perché il direttore dell’Azienda ospedaliera è amico di Maroni e suona nel suo stesso complesso musicale?».

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