Rivuole le bici rubate ma viene rapinato

Trova il ladro e viene minacciato con un coltello a serramanico

tavazzano Voleva riavere le sue due biciclette, viste nelle mani di uno sconosciuto, ma si è ritrovato con un coltello puntato al collo ed è stato rapinato anche del cellulare.

È quanto capitato nei giorni scorsi a un giovane albanese di 26 anni a Tavazzano, all’interno della stazione ferroviaria e sotto gli occhi di altri pendolari. Il giovane, spaventato, è andato subito alla stazione locale dei carabinieri per denunciare quanto accaduto e nel giro di poche ore, grazie a un accurato lavoro di indagine, il fuggitivo è stato identificato e denunciato a piede libero. Si tratta di un cubano, anch’egli 26enne, A.E. le iniziali, già noto alle forze dell’ordine: la sua famiglia è di Tavazzano, mentre lui è senza fissa dimora e per questo non è ancora stato rintracciato.

Durante la notte fra il 26 e il 27 dicembre, quindi, qualcuno si era introdotto nel palazzo dove vive l’albanese, in via Giovanni XXIII a Tavazzano, e aveva forzato la cantina rubando due biciclette modello mountain bike da uomo. Il proprietario, appunto l’albanese, non si è accorto subito del furto. Solo intorno alle 13.30 del 27 dicembre, quando è entrato nella stazione ferroviaria per prendere il treno diretto a Lodi, si è reso conto di essere stato derubato.

Sui binari, infatti, ha visto un giovane straniero, che aveva già notato in paese altre volte ma di cui non conosceva il nome, con due biciclette identiche alle sue. Lui si è insospettito e, dopo averle guardate con attenzione, ha capito che erano proprio le sue e così si è avvicinato per chiedere spiegazioni. Ma quello, come risposta, prima lo ha minacciato verbalmente, poi ha impugnato un coltello a serramanico e glielo ha puntato alla gola. A quel punto l’albanese si è fermato, senza opporre resistenza, mentre il cubano è salito sul treno arrivato proprio in quel momento e diretto a Milano. Oltre alle bici, che probabilmente sono già state “piazzate” a qualche ricettatore, si è preso anche il cellulare che l’albanese aveva appoggiato inavvertitamente sul sellino di una delle due mountain bike.

La denuncia è stata fatta alle 15 alla stazione dei carabinieri. I militari, per chiarire l’accaduto, hanno fatto un sopralluogo in via Giovanni XXIII, verificando che la porta della cantina era stata forzata e che lì c’era stato effettivamente un furto. In stazione, invece, non è stato possibile parlare con nessun testimone della rapina visto che tutti i presenti nel frattempo erano già saliti sui treni che aspettavano.

Le indagini sono scattate subito e, grazie alle informazioni raccolte, in meno di due ore il malvivente di turno (un cubano con piccoli precedenti alle spalle) è stato identificato: la sua foto (già in possesso delle forze dell’ordine perché schedato) è stata mostrata alla vittima, che lo ha riconosciuto senza esitazione. È accusato di rapina a mano armata, anche se è tuttora irreperibile.

Davide Cagnola

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