Razzia dei ladri all’interno dell’oratorio

Spariti computer, televisore e un amplificatore

Entrano di notte all’oratorio San Giovanni Bosco e rubano il televisore, il computer e l’amplificatore con le casse. Con le quattro porte scassinate e un secchio intero riempito di cioccolatini del bar, il danno si aggira attorno almeno ai 4mila euro. «Danno fatto a tutta la comunità, non c’è più rispetto nemmeno per un’istituzione amata come l’oratorio», dice con amarezza don Paolo Beltrametti, responsabile della struttura. Il colpo è stato studiato accuratamente, e i ladri non hanno lasciato nulla al caso. Hanno evitato l’ingresso da via don Giovanni Bosco, dove c’è una telecamera di videosorveglianza, e per entrare hanno scavalcato il muro di cinta su via da Vinci, di fronte alla scuola. Una volta dentro il recinto, i ladri si sono avvicinati agli ingressi, hanno scassinato e forzato una porta blindata che dà accesso agli uffici. Hanno rovistato ovunque, alla ricerca di soldi, che non c’erano, come da abitudine. Sono quindi usciti di nuovo, hanno coperto una videocamera con un ombrello e hanno scassinato una seconda porta blindata che dà accesso al bar. Qui hanno portato via il televisore, il computer e l’amplificatore portatile con le casse. Non hanno trovato nulla nella cassa del bar, ma hanno riempito di cioccolatini un secchio trovato all’interno della struttura. Poi si sono dileguati, lasciandosi alle spalle il furto e la duplice effrazione, per un totale di almeno 4mila euro di danni. I ladri sono stati sicuramente anche nella chiesetta, dove hanno rovistato sotto un cuscino e sotto la tovaglia dell’altare, forse in cerca delle offerte. Non hanno trovato nulla. L’irruzione è avvenuta attorno alle 3 di notte: le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso due uomini che agivano a volto coperto. Per tutto il tempo del furto, don Paolo Beltrametti, responsabile della struttura era in casa a dormire e non si è accorto di nulla. «Non è la prima volta che si prende di mira l’oratorio, ma altre volte sembrava l’opera di un balordo, di qualcuno improvvisato - spiega don Paolo Beltrametti -. Questa volta invece sembra essere stato pianificato con cura: sapevano delle telecamere, sapevano dove erano e persino come erano rivolte, motivo per cui per esempio non sono passati dall’ufficio al bar dall’interno, ma hanno preferito uscire e forzare una seconda porta. Poi avevano con sé arnesi del mestiere e persino la scelta dell’ingresso, dal muro di cinta su via da Vinci dimostra che avevano programmato tutto con attenzione». Certo, al di là degli ammanchi, il danno è consistente, e lo sfregio materiale e morale non facile da mandare giù. «Il furto è quello che è, ma il danno causato è molto più consistente - spiega don Paolo -. Ora dovremo ripristinare tutto, e prevedo una spesa non inferiore ai 4mila euro. Dispiace, sono soldi della comunità che sarebbero serviti per progetti e iniziative, e invece ripareranno un danno. Certo che è un segnale, brutto, dei tempi in cui viviamo: non c’è più rispetto nemmeno per un’istituzione come l’oratorio, che a San Colombano è benvoluta da tutti. Ora applicheremo ulteriori misure di prevenzione e controllo».

Andrea Bagatta

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