Rapinata con il coltello alla gola

Colpo al centro anziani poco prima della chiusura

Le puntano il coltello alla gola per sfilarle il portafoglio e l’incasso della giornata: è capitato a San Colombano martedì poco dopo mezzogiorno a Sara Locatelli, la volontaria del circolo ricreativo banino Auser che stava chiudendo il bar, posto all’interno del Castello in locali di proprietà del comune. La rapina ha prodotto un bottino di 150 euro circa, l’incasso della mattinata, e tante paura per la volontaria.

Sara Locatelli dopo un martedì mattina di lavoro volontario dietro il banco del circolo ricreativo banino Auser, poco dopo le 12,30 stava lasciando il locale ormai vuoto. Quando ha cominciato a chiudere la porta qualcuno le ha spinto la testa contro il legno, ha sentito la pressione di una lama di coltello sulla gola e due uomini alle sue spalle, italiani, che con forte accento napoletano l’hanno costretta a «mollare i soldi». La donna, spaventata, ha lasciato subito il portafogli ai due malviventi, che in pochi passi si sono dileguati.

«Quando mi hanno presa alle spalle sono rimasta terrorizzata, ho solo sentito il forte accento napoletano e basta - racconta Locatelli -. Erano sicuramente in due ed erano italiani, di questo sono certa, per il resto ho solo tanta paura».

L’aggressione è avvenuta alla porta d’ingresso del Circolino, come è chiamato il circolo Auser banino: l’ingresso si trova alla fine di un lungo corridoio su cui si apre una rampa di scale che conduce al cortile nobile del Castello, alcuni anfratti e nicchie, nello stile dei castelli medievali. Il corridoio non è protetto da impianti di videosorveglianza, come nemmeno le aree esterne d’accesso, quelle corrispondenti all’antico fossato alla base delle mura su via Belgioioso. Il portafoglio della volontaria è stato poi ritrovato a terra, alla porta che dà sul cortile nobile del castello. Lì c’è una telecamera di videosorveglianza dell’Osteria del Castello, ma è difficile che abbia ripreso anche persone in uscita dalla porta delle scale.

«Da quando lavoro qui come volontaria, negli ultimi due anni, abbiamo subito sei colpi, che si sommano a un’altra decina avvenuti gli anni prima - dice la donna -. In passato però venivano di notte, con il locale chiuso, e puntavano alla slot, tanto che abbiamo deciso di toglierla proprio per evitare intrusioni. Quando però ti prendono personalmente ti fa paura. La struttura però è pubblica, di proprietà comunale e la sicurezza non è garantita. Il problema non riguarda solo l’Auser, ma potenzialmente ogni cliente o visitatore di questa parte del castello. Spero che dopo questo episodio grave il comune faccia qualcosa».

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