
Pronti a protestare se gli accordi non vengono rispettati. E se entro tre giorni non arrivano i soldi promessi dal ministero. I profughi ospiti del Laus Residence non ce la fanno più. Il rischio è che nei prossimi giorni si assista ad una situazione simile a quella generatasi all'hotel Ambra di San Zenone. Secondo la convenzione nazionale, infatti, ad ogni profugo ospitato in Italia spettano 2.50 euro al giorno, per consentire loro di telefonare almeno ai parenti. A distribuire i fondi dovrebbe essere il titolare dell’hotel, il quale, a sua volta, dovrebbe riceverli da Roma, insieme agli altri 23.50 euro circa per la copertura delle spese. Li avevano promessi entro il primo ottobre, ma nessuno ha visto niente. «A Tavazzano e a San Zenone - commenta Taofik, marocchino 28enne, portavoce dei 40 immigrati di Lodi Vecchio - i soldi vengono erogati. Perché a noi non danno niente? Non è giusto. Se entro tre giorni non arrivano faremo una manifestazione». Ma a far salire la tensione non sono certamente solo i 2,50 euro non erogati. Molti sono ancora in attesa dell’esito della richiesta di diritto d’asilo. Sono già 40, infatti, le risposte negative arrivate ai profughi della provincia e molte altre arriveranno. «Sono in questo albergo da cinque mesi - commenta Taofik - e e adesso mi arriva la risposta negativa. Io non voglio solo dormire e mangiare. I documenti e il lavoro sono due cose molto importanti per me. Dal 2007 ero in Libia, lavoravo e studiavo. Le cose andavano bene. Poi è arrivata la guerra e per me è stato inevitabile scappare».
La stessa situazione riguarda Muhmmad, 31 anni, con due figli, uno di 4 anni e uno di 5 mesi. «Da oltre 30 giorni non ho notizie di mia moglie dei bambini - racconta -, mio papà è molto ammalato e io ho bisogno di lavorare». La situazione per loro sta diventando sempre più drammatica. «I ragazzi si chiedono fino a quando dovranno restare in albergo e cosa ne sarà di loro - commenta Lorenzo Musitelli di “Progetto insieme” -. I dinieghi si stanno moltiplicando. Adesso i profughi devono fare ricorso, ma gli avvocati che abbiamo coinvolto hanno già gli studi pieni. Dobbiamo assolutamente trovare qualche altro legale competente nel settore che sia disponibile a dare il gratuito patrocinio, altrimenti gli immigrati devono pagare tra i 250 e i 400 euro. Non è facile per nessuno. Allo sportello di via Vistarini la coda degli immigrati è ogni giorno sempre più lunga. La rete dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ndr) andrebbe rafforzata». Solo ad un ragazzo ivoriano è arrivata la protezione umanitaria per 3 anni, poi dovrà ricominciare tutto da capo. Ieri sera il sindaco Giancarlo Cordoni, la Caritas e “Progetto insieme” hanno incontrato i profughi del Laus residence per invitarli alla marcia della pace. Taofik ha già promesso che non mancherà. «Sarà un’occasione - commenta - per parlare della nostra situazione». Il primo cittadino di Lodi Vecchio, dal canto suo, ha promesso che continuerà a protestare. Come fatto più volte, anche nei mesi scorsi, per come è stata gestita la vicenda.
Cristina Vercellone
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