Prostitute sulla Lodi-Pavia

Il sindaco Crespi sbotta:

«Possiamo anche

emanare ordinanze,

il problema però

è farle rispettare»

Aumenta il numero delle prostitute sulla strada provinciale 235 “Lodi-Pavia”. Il fenomeno, denunciato pochi mesi fa dal sindaco di Sant’Angelo, non ha trovato rimedio e nelle ultime settimane le lucciole sono spuntate in altri punti. In particolare, sono due le nuove zone presidiate dalle prostitute, lo svincolo tra la provinciale 235 e la strada che conduce alla frazione Domodossola e la rotatoria all’altezza delle intersezioni con le strade che conducono a Bargano e Borgo San Giovanni (in questo caso fuori dal confine del Comune di Sant’Angelo).

Negli scorsi mesi la presenza delle prostitute era stata segnalata lungo la provinciale 235 di fronte al quartiere Musellina a Sant’Angelo. Non solo, lucciole erano presenti anche sulla strada che si stacca dalla sp 235 e porta a Valera Fratta.

Dopo la Valtidone, dunque, anche la provinciale Lodi-Pavia sembra essere diventata terra di prostituzione, nonostante il fenomeno risulti molto meno intenso e frequente rispetto a strade tristemente famose come Binasca e Paullese. Proprio per tentare di arginare in tempi rapidi il problema, il sindaco di Sant’Angelo Domenico Crespi aveva inizialmente proposto un’ordinanza antiprostituzione, che sarebbe tuttavia dovuta passare da un confronto preliminare con il prefetto di Lodi. Confronto che al momento non c’è ancora stato.

Non solo. L’ordinanza annunciata da Crespi per avere effetto avrebbe dovuto essere emanata anche dai sindaci dei comuni confinanti. Altrimenti il rischio concreto sarebbe stato quello di spostare le prostitute di pochi metri, trasferendole da un Comune che applica l’ordinanza a uno in cui questa non è in vigore. «L’ordinanza non è stata ancora emessa perché siamo in attesa di affrontare il tema a livello sovracomunale - ha ammesso ieri il sindaco di Sant’Angelo -, tuttavia non sarà la soluzione a tutti i problemi. Ricordo infatti che i vigili urbani non lavorano 24 ore su 24 e dunque in alcune fasce orarie non potrebbero far rispettare l’ordinanza. Quanto ai carabinieri, sono talmente oberati di lavoro che l’ordinanza rappresenterebbe per loro un’incombenza in più. Rimane sullo sfondo - ha aggiunto Crespi - il problema tutto italiano della mancata certezza delle pene e ogni tanto chi ci governa dovrebbe prendere spunto dal lavoro dei sindaci. Vedo che oggi Renzi annuncia di voler introdurre il daspo per chi ruba nella pubblica amministrazione. Bene, dico io, era ora: peccato che il sottoscritto in tempi non sospetti aveva chiesto la radiazione a vita dagli incarichi pubblici per “tangentari” e malfattori di vario tipo».

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