Poste a singhiozzo in sei paesi

Uffici postali aperti ma solo tre giorni alla settimana. Dai sindacati piovono critiche nei confronti di un’organizzazione del servizio che non è stata ancora formalizzata ma che desta la loro preoccupazione. «A Mairago, a partire dal 16 aprile - spiega il segretario della Slp Cisl Giovanni Martorana -, lo sportello sarà disponibile il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Ci risulta che l’azienda si sia già mossa per applicare lo stesso sistema a Bertonico, Corno Giovine, Ossago, Villanova e Cavacurta. Non si sa quali mansioni saranno affidate ai dipendenti negli altri giorni. Noi ce la stiamo mettendo tutta però arrivati a questo punto abbiamo bisogno del sostegno degli amministratori. Non è possibile che ci siano cittadini di serie A e di serie B, alcuni con la possibilità di andare sempre in posta e altri no».

Ieri la Cisl ha organizzato una conferenza stampa per affrontare pubblicamente la questione insieme alle altre sigle: Uil, Confsal e Ugl. L’obiettivo è chiedere l’aiuto delle istituzioni e, in modo particolare, dei sindaci. Anche in passato Poste Italiane ha deciso di modificare gli orari degli uffici, aprendoli per quattro giorni alla settimana, come per esempio è accaduto a Cervignano, «ma in quell’occasione si concordava la procedura con le organizzazioni, mentre adesso l’azienda decide da sola senza nemmeno convocarci».

L’anno scorso i sindacati, durante il periodo natalizio, avevano criticato duramente la chiusura delle poste per giorni interi, un problema dettato dalla mancanza di personale che aveva colpito 40 uffici in tutta la provincia.

Anche Francesco Blasi, segretario provinciale della Uil Poste, lamenta l’assenza di contrattazione: «A San Rocco è partita una diffida perché di punto in bianco, dal primo aprile, l’ufficio resterà aperto solo al mattino, i dipendenti saranno poi spostati a Codogno. Anche per noi diventa difficile dare delle risposte ai lavoratori che hanno bisogno di informazioni circa la loro mobilità». Rocco Cifarelli, segretario provinciale della Confsal, sottolinea che in questo modo l’azienda toglie drammaticamente dei servizi ai cittadini anziché implementarli: «Dicono che il personale è in esubero, poi però non c’è per aprire le sedi. Ma allora come stanno le cose? Ci sono mille contraddizioni».

Cisl, Uil, Confsal e Ugl elencano uno dopo l’altro i problemi che contraddistinguono il Lodigiano: carenza del personale che provoca lunghe file agli sportelli e ritardi nella consegna della corrispondenza, tecnologia che non funziona e mezzi obsoleti. «Per fare un esempio di ciò che accade nel comparto del recapito - aggiungono - basti sapere che c’è un solo portalettere per Comazzo e Merlino: un giorno consegna in un comune, il giorno seguente si sposta nell’altro, così i prodotti restano fermi. E se un postino va in ferie, non solo non è sostituito, al ritorno si ritrova il doppio delle lettere da consegnare». Ecco il perché dell’appello lanciato dai sindacati: «I sindaci devono chiedere spiegazioni e tutelare i loro cittadini».

© RIPRODUZIONE RISERVATA