Fallisce la Mec Graf, l’azienda che aveva sede a Pieve Fissiraga e a Lodi: futuro incerto per la settantina di lavoratori la cui cassa scade la settimana prossima, i sindacati sperano di rinnovarla per un altro anno, mentre il futuro delle due nuove ditte nate sulle sue ceneri è ancora tutto da scrivere.
Un anno fa fu firmato un accordo molto sofferto tra i sindacati e la proprietà Mec Graf. Dopo anni di difficoltà, a gennaio 2013 la chiusura dell’attività sembrava inevitabile. Invece alla fine si riuscì a costruire un’operazione diversa, con la cassa integrazione straordinaria per 67 lavoratori della parte meccanica e per 26 di quella chimica, l’apertura di una mobilità volontaria e la nascita di due nuove società, la Fonderia Baggi e la Green Solution, alle quali sono state cedute in affitto di ramo d’azienda rispettivamente le attività meccaniche nella sede di Lodi e le attività chimiche in quella di Pieve.
La stessa Mec Graf era nata dalla fusione, cinque anni fa, tra la meccanica Fratelli Baggi di Lodi, la meccanica MecArts di Lodi e la chimica Mgf di Pieve, che si unirono sulla spinta delle promesse ministeriali di aiuti per le aziende che si aggregavano. Fallito il progetto, tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 si pensava a una chiusura definitiva dell’azienda, invece il progetto messo in campo con la nascita delle due nuove società ha visto la ricollocazione immediata di una decina di lavoratori, con la promessa nel tempo di andare a recuperare una parte consistente, fino al 50 per cento, dei lavoratori impiegati nella Mec Graf.
Intanto, quest’ultima veniva portata verso la liquidazione volontaria. Venti giorni fa, però, la difficile operazione ha subito una nuova accelerazione con il fallimento decretato dal tribunale di Lodi il 26 febbraio scorso. La cassa integrazione e la mobilità volontaria (con la quale nel frattempo alcuni lavoratori si sono licenziati) scadono la settimana prossima, e nonostante i sindacati abbiamo chiesto con urgenza al curatore fallimentare Ilaria Vaghi di Codogno la stipula di un accordo per il secondo anno di cassa integrazione, a oggi non vi sono certezze. E il problema più grande potrebbe essere il tempo, con i lavoratori senza coperture in attesa delle decisioni del tribunale.
«Abbiamo l’impegno del curatore a portare avanti l’istanza con il tribunale, eventualmente riconoscendo la retroattività del provvedimento per fare in modo che i lavoratori non restino senza ammortizzatori sociali - dice Giuseppe Rossi della Fim Cisl -. Al momento però non sappiamo quando il tribunale si esprimerà in merito al rinnovo della cassa. Poi c’è la questione delle due nuove società, per le quali è aperto un ragionamento importante per l’occupazione. Anche in questo caso spetta al curatore e al tribunale confermare o meno l’affitto dei rami d’azienda. Ci troviamo in una situazione d’attesa».
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