Pieve, arrivano le ronde “digitali”

La proposta lanciata dall’assessore Pietro Pezzini prevede il coinvolgimento dei cittadini, che possono segnalare sospetti tramite il proprio cellulare

Ronde “digitali” contro i furti a Pieve Fissiraga. Niente pattugliamenti, divise o ricetrasmittenti per comunicare. E soprattutto niente rischi e nessuna velleità di sostituirsi alle forze dell’ordine. Semplicemente aiuto reciproco, per sventare eventuali furti o segnalare movimenti e persone sospette.

I cittadini di Pieve si rimboccano le maniche e si mettono in azione dopo l’ondata di furti che ha toccato diverse famiglie e messo in allarme la comunità. Il meccanismo è semplice, quanto utile.

Ideato da Pietro Pezzini, anche assessore comunale, questa volta in azione come semplice cittadino, coinvolge già più di 50 persone che hanno deciso di aderire spontamente al gruppo e aiutare così i concittadini ad aprire gli occhi.

Unico requisito per entrare a far parte della comunità di vigilantes digitali, avere un cellulare di ultima generazione e installare Whatsapp, sistema di messaggistica istantanea ormai diffusissimo e molto simile ad una chat, che utilizza quindi la connessione Internet per trasmettere e ricevere, con la differenza che i messaggi arrivano sul cellulare, e quindi a portata di mano, e non sul pc di casa.

L’iniziativa è stata pubblicizzata tramite un volantino distribuito in paese.

Nel manifesto, la spiegazione sulle modalità per entrare a far parte del gruppo, ovvero lasciare il proprio numero di cellulare e firmare il consenso all’utilizzo. Una volta firmato il modulo, Pezzini ha il via libera per aggiungere il cittadino che lo desidera alla “conversazione” virtuale, dove può leggere tutto ciò che viene segnalato dagli altri concittadini ed eventualmente segnalare a sua volta avvistamenti, macchine sospette, persone mai viste che girano per le strade senza meta apparente.

Di tutto un po’, dunque, nella speranza così di dare una mano a tutta la comunità.

«Nella zona dove abito ci sono stati diversi furti e altri sono stati sventati - racconta Pezzini - e già da qualche tempo, io e altri vicini, quando vedevamo una macchina sospetta, prendevamo nota della targa. Una sera abbiamo anche visto due persone che si comportavano in modo strano, le abbiamo segnalate alle forze dell’ordine, sono state identificate ed effettivamente erano già stati identificati in altri comuni».

Il senso dell’iniziativa è concreto: «Darsi una mano, tra cittadini, collaborando. I carabinieri ci sono, ma anche altri comuni, non possono stare sempre qui. In questo modo possiamo fare la nostra parte. Dopo una segnalazione, si alza il livello di allarme, gli altri concittadini sanno di dover stare più attenti».

Insomma una sorta di ronda, ma ipertecnologica? «In un certo senso sì, con la differenza che ognuno può partecipare alla ronda guardando cosa succede nel quartiere dalla porta di ingresso e dal balcone di casa».

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