Non paga, anziana dimessa

Anziana invalida dimessa a novant’anni dalla casa di riposo Zoncada di Borghetto Lodigiano perché la famiglia è in arretrato di sette mesi con il pagamento della retta. La vicenda, che risale al 21 marzo scorso, è stata segnalata ieri all’autorità giudiziaria dal figlio, G.B., 65 anni, di San Colombano al Lambro, che spiega: «Pochi giorni prima che rimandassero a casa mia madre avevo saldato 2mila euro, su un arretrato di 14mila, e stavo per versarne altri 6mila. Ho dovuto cercare un’altra struttura e, dopo un mese, ho trovato un posto libero solo nel Piacentino, a 54 chilometri da casa, e a una retta ancora più elevata, 84 euro al giorno contro i 54 di Borghetto. Una vicenda tristissima. Anche perché mia madre, ormai da anni alla Zoncada, aveva lì tutte le sue amicizie, e ora sta soffrendo per questo cambiamento».

«Fino a quando non ha avuto problemi lavorativi, il figlio ha sempre pagato la retta - sostiene l’avvocato Roberto Rota, che assiste il 65enne banino assieme alla collega Elena Veronesi -. Questa donna, vedova e malata, era in casa di riposo dal 2009. I problemi nei pagamenti sono iniziati solo nel 2011». «A mio avviso - aggiunge l’avvocato Veronesi - la casa di riposo avrebbe avuto tutti gli strumenti per recuperare il credito senza ricorrere alla dimissione dell’anziana ospite. Era stata valutata l’idoneità della casa in cui, con un’ambulanza, la si è mandata?».

Il presidente della Zoncada, Francesco Pinciroli, rassicura sulla vicenda: «Avevamo tempestivamente preavvisato la famiglia che l’ospite sarebbe stata dimessa. Ci risulta che questa donna percepisca una significativa pensione, ci aspettavamo che, come avviene in altre situazioni, vi fosse un impegno tangibile della famiglia. Invece abbiamo avuto l’impressione che anche l’ultima promessa di versamento, di 6mila euro, sarebbe rimasta solo l’ennesima promessa. L’ultimo bilancio della Zoncada, tra tagli regionali, fornitori e dipendenti da pagare, ha chiuso con 2mila euro di utile: questo, purtroppo, dà un’idea della situazione».

G.B., nonostante la sua età, non percepisce la pensione: «Ho cominciato a lavorare a 14 anni ma poi, quando ho verificato i contributi versati, ho trovato che c’erano solo 8 anni su 16 - spiega -. Poi ho fatto l’agente di commercio, e ho lavorato bene, infine mi ero messo nell’edilizia, finché il settore è andato in crisi. Nel 2007 ho guadagnato, lordi, 80mila euro, da allora in poi sono andato a zero, ho dovuto fermare l’attività. Sono stato sfrattato, mia moglie si è ammalata: ho bruciato in pochi anni gli 80mila euro di risparmi che dovevano servire per la mia vecchiaia. Nemmeno il Comune di San Colombano è riuscito ad aiutarmi, ho solo ricevuto 1.800 euro di fondo sociale affitti, dalla Regione». Dal Comune di San Colombano escludono di essere venuti meno ai livelli di aiuto possibili sulla base della situazione della famiglia di G.B. «Adesso però - conclude - un vecchio amico mi ha offerto un lavoro. Era lui disponibile a pagare 6mila euro di rette arretrate, e solo grazie a persone così ho trovato la forza di andare avanti. Ma con tutto quello che avevo pagato di tasse, cosa ho avuto indietro nel momento del bisogno?».

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