«Noi cittadini, prigionieri dell’incubo»

Il calvario dei residenti costretti a barricarsi in casa dopo il rogo

Ostaggi. Delle proprie case, della paura, della demolizione, degli orari in cui poter entrare e uscire. Continua l’incubo per chi abita a due passi dell’ammasso di rifiuti e dubbi che è oggi la Lodigiana Maceri. Le demolizioni dei maxi capannoni, quasi interamente andati in fumo, sono iniziate ufficialmente ieri. Nella completa mancanza di informazione, qualcuno ha deciso di tornare e qualcuno invece non ci pensa neppure.

Di certo via Manzoni è ancora una via fantasma. Le finestre sono chiuse quasi ovunque, spesso persiane comprese. Le traverse di via Manzoni, ieri completamente transennata, sono popolate dagli uomini in tuta bianca e mascherina professionale. Sono alle presa con la bonifica di vialetti, abitazioni, finestre. Chi è tornato a casa si è letteralmente sigillato dentro: «Io sono rientrato domenica, ma la prima cosa che ho fatto è stato prendere del nastro isolante e chiudere tutto dall’interno - racconta un residente - : altrimenti la polvere sarebbe entrata lo stesso». E con la polvere anche tutto quello che è volato in aria dal momento in cui le prime fiamme si sono alzate in cielo.

«E non abbiamo idea di cosa sia - si sfoga la signora Rozza - : perché stanno bonificando? Cosa stanno eliminando? Perché nessuno ci dice cosa sta succedendo?». Qui, tra chi non è tornato a casa, la rabbia è tanta: «Io mi chiedo solo come avremmo potuto tornare - continua la signora - : da cinque giorni la situazione è completamente nel caos. Il Comune ci ha detto “sì, entrate” ma a vostro rischio e pericolo». E in pochi hanno deciso di farlo. Soprattutto perché senza acqua, ma anche senza poter aprire le finestre e quindi far uscire il fumo e la puzza che sono entrati comunque, stare in casa è spesso impossibile.

Il “via libera” a tornare in casa è stato quasi immediato, ma oggi sono in molti a chiedersi la decisione sia stata opportuna. Le polemiche sulla gestione dell’emergenza in paese si sono fatte più fitte. Con le demolizioni sono arrivati anche gli orari da rispettare per raggiungere le proprie abitazioni e rimanerci. I residenti possono entrare nelle loro case dalle 8 alle 9 del mattino, dalle 12 alle 13, dalle 17 alle 18 e dalle 20 alle 6 del mattino. All’alba dovrebbero quindi alzarsi e lasciare di nuovo le loro case: «Una misura in via precauzionale per evitare che i residenti corrano rischi durante le demolizioni» spiegano dall’amministrazione. «Di fatto chi è dentro casa è costretto a uscire di nuovo - si lamentano i residenti - e chi ha scelto di rimanere da parenti e amici, non può rientrare in libertà. Questo significa che l’emergenza è finita?».

A far discutere sono anche le parole del sindaco Claudio Bariselli, riguardo alla vicinanza delle abitazioni alla cartiera: «Ci sentiamo presi in giro - dicono alcuni residenti - : chi doveva capire che le case a ridosso della cartiera potevano essere un problema? Chi dà autorizzazioni e permessi a costruire? I cittadini?». Nel polverone delle polemiche entra anche l’ampliamento dell’attività, di cui da qualche tempo si discuteva in comune: «L’amministrazione comunale ha centinaia di lettere di protesta di cittadini - spiega la signora Rozza - : se una cosa è sbagliata e crea problemi, come si fa a prendere in considerazione l’ipotesi di ampliarla?». I dubbi, insomma, sono tanti; così come sono tante le domande su quello che accadrà nei prossimi giorni.

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