«Noi abbandonati dalla Provincia»

Hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera di protesta. Alessandro, Gloria e Federico, tre ragazzi con disabilità motoria dell’istituto Maffeo Vegio, rimasti “prigionieri” della scuola in occasione del terremoto, si dicono «abbandonati dalla provincia». «Alle 9 di martedì - raccontano - tutti gli studenti del Vegio, come prevede il piano di evacuazione, sono usciti dall’istituto, insieme con gli insegnanti e i bidelli, dopo aver sentito la forte scossa di terremoto. Tutti, tranne noi, i 3 studenti disabili in carrozzina del Maffeo. Questo perché, purtroppo, nonostante le diverse richieste inviate dal nostro preside e dal vicepreside alla Provincia, ci sono ancora barriere architettoniche che ci impediscono di uscire velocemente dalla scuola. Questa è la seconda volta in un anno che gli studenti disabili del Maffeo non vengono soccorsi in situazioni di reale pericolo. Nei prossimi giorni i nostri genitori e professori si mobiliteranno per ottenere, immediatamente, una soluzione concreta. Pretendiamo che durante l’estate venga costruita una rampa che ci consenta di uscire. La chiediamo da anni». «L’intervento è urgente - ribadisce il dirigente Salvatore Pignanelli -. Invieremo una ulteriore richiesta a palazzo San Cristoforo. In attesa dello scivolo, ci stiamo organizzando per individuare delle persone che sollevino fisicamente le carrozzine e facciano uscire i nostri quattro ragazzi, in coda però al flusso della massa. Abbiamo individuato come punti di riferimento gli assistenti ad personam, gli insegnanti di sostegno e tre collaboratori scolastici. Fortunatamente le loro aule sono state collocate al piano rialzato. La rampa da affrontare, quindi, è solo una. Già martedì eravamo pronti a sollevare le carrozzine, ma quando il flusso è defluito in giardino, ho fatto un controllo e mi sono assunto la responsabilità di non far affrontare loro un inutile stress». Immediata la replica della Provincia: «Quanto letto sul “Cittadino” di martedì è grave, non è ammissibile - commenta il vicepresidente Claudio Pedrazzini -: che tre alunni disabili siano stati lasciati in classe nei momenti successivi al terremoto. In situazioni di emergenza il personale responsabile della sicurezza deve adoperarsi affinché tutti gli studenti possano essere guidati in aree sicure. Del resto, l’edificio che ospita il Maffeo Vegio è già adesso dotato di tutti gli ausili necessari all’abbattimento delle barriere architettoniche: scivoli, elevatori e servo scale sono a disposizione della scuola e non vi sono state segnalazioni recenti di malfunzionamento arrivate ai nostri uffici tecnici. Il piano per la sicurezza e le procedure da adottare dovrebbero essere condivise e testate come previsto dalla legge all’interno della scuola, così come l’indicazione dei cosiddetti “luoghi statici sicuri”, da utilizzare in caso di eventi sismici in alternativa all’evacuazione». «Nessuna volontà di polemica da parte nostra - aggiunge l’assessore all’istruzione Mariano Peviani -, ma solo chiarezza su ruoli e competenze. Se dalla scuola si deciderà di avanzare ufficialmente la richiesta di realizzare anche una rampa che, in alternativa alle altre vie di fuga esistenti, colleghi direttamente piano rialzato e cortile, siamo come sempre disponibili a discuterne e a valutarne la fattibilità, con quello spirito di ascolto, collaborazione e concretezza che ci ha sempre contraddistinto, e che abbiamo mostrato anche in tempi recenti con gli interventi di manutenzione dello stabile». Quanto dice Pedrazzini però al preside non risulta: «Il servo scale è al piano superiore - dice -, lo scivolo non c’è e le barriere architettoniche restano. Gli ascensori, come è noto, in caso di terremoto non si possono utilizzare».

Cristina Vercellone

© RIPRODUZIONE RISERVATA