No diossina nel latte, allevatore risarcito

Ventiduemila euro, tra “decremento della lattazione” e “della riproduzione”: è l'importo che l'Asl di Lodi, al 50% con l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna Bruno Ubertini, è chiamata a risarcire a un’azienda agricola di Pieve Fissiraga nel cui latte, il 27 novembre del 2013, furono trovate tracce di Pcb e di diossina, noti cancerogeni, oltre i limiti di legge. Per questo il 24 dicembre dello stesso anno l'Asl vietò la distribuzione al libero consumo di tutto il latte munto nell’azienda, ma il 27 dicembre gli allevatori chiesero nuove analisi, consegnando loro un campione, che risultò in regola, quindi il 7 gennaio 2014 l’Asl revocò il divieto di commercializzazione.

Intanto gli allevatori di Pieve chiesero anche una controanalisi sul primo campione e lo Zooprofilattico ammise che gli esiti “erano stati alterati da un fenomeno di contaminazione incrociata tra il latte e una partita di pesce presente in laboratorio, durante l’operazione di liofilizzazione”. Per questo l'Asl quindi annullò anche formalmente il provvedimento di divieto, ma gli agricoltori si sono rivolti al Tar per chiedere i danni. E ora la terza sezione del tribunale amministrativo regionale di Milano ha stabilito che devono essere risarciti per lo stop alla produzione.

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