Messa di “riparazione” a S. Angelo

Molti i fedeli che hanno raggiunto la chiesa del camposanto,

monsignor Livraghi si è rivolto ai ladri profanatori:

«Il valore del denaro non può essere slegato dalle norme morali»

Il valore del denaro non può essere slegato dalle norme morali, non può giustificare le offese alla fede e a un luogo caro a tutti i santangiolini. Per questo motivo lunedì sera al cimitero di Sant’Angelo è stata celebrata una Santa Messa di “riparazione”, dopo che nella notte fra sabato 11 e domenica 12 maggio ignoti avevano preso di mira il camposanto barasino, strappando le statue dalle tombe alla ricerca di metalli da poter vendere. Un gesto che ha destato grande impressione nella comunità dei fedeli di Sant’Angelo, perché mai i ladri dei cimiteri si erano spinti a tanto: in passato si erano verificati furti di cornicioni e tubi in rame, ma nessuno aveva osato profanare le tombe, offendendo la memoria dei defunti.

Lo sdegno dei santangiolini (palpabile nei giorni successivi alla razzia), lunedì sera si è trasformato in una folta partecipazione alla Santa Messa officiata dal parroco monsignor Ermanno Livraghi nella chiesa del camposanto. Molti hanno seguito la celebrazione dall’esterno. Presente, tra gli altri, il sindaco Domenico Crespi. Durante l’omelia, monsignor Livraghi si è riferito a Maria, «modello di fede che ci aiuta a credere nella vita eterna». Così come Maria è stata vicino alla croce e ha accolto Gesù sulle proprie ginocchia, così al tempo stesso «è accanto a tutti i suoi figli, che le sono affidati da Gesù».

Poi il passaggio più significativo, quando il parroco si è rivolto ai ladri che hanno fatto irruzione nel cimitero, sprezzanti della legge ma soprattutto del valore simbolico del luogo sacro. «I defunti parlino al cuore di chi ha trafugato le statue affinché si rendano conto del disastro compiuto e del gesto sacrilego - questa l’esortazione di monsignor Livraghi - il valore del denaro infatti non può essere slegato dalle norme morali».

Tra i fedeli presenti alla Santa Messa serpeggiavano ancora il malumore e la rabbia per i fatti dell’11-12 maggio. «La gente è ancora sconcertata per quanto avvenuto - le parole di uno dei presenti - la sensazione è che abbia agito una banda di ladri specializzati, perché hanno grattato le statue per verificare il tipo di metallo con cui erano state realizzate. Non solo, i ladri hanno rubato dalle tombe le statue “piene”, mentre hanno lasciato quelle internamente vuote, forse perché avrebbero reso meno al momento della vendita».

Lorenzo Rinaldi

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