Mensa troppo cara, si rischia l’esodo

A San Colombano buono pasto tra i più alti del circondario

L’appalto della mensa scolastica di San Colombano va in scadenza a giugno e i genitori partono all’attacco per ridurre o contenere almeno il costo del buono pasto, considerato il più alto del circondario e tra i più alti dell’intero Lodigiano. Oggi il ticket costa 4,55 a pasto.

«Il costo del buono pasto della mensa scolastica di San Colombano è troppo alto - dice A.R. con due figli nell’istituto banino -. Una famiglia normale con due figli arriva a pagare 200 euro al mese, e di questi tempi è molto difficile, soprattutto per chi vive magari un disagio legato al lavoro, è in cassa integrazione o ha perso il lavoro o ha visto ridursi magari le ore di lavoro. In collina non c’è soltanto un’èlite che arriva da Milano o che è ricca da generazioni. Gli amministratori devono pensare a tutti, e per questo spero che si possa contenere il costo nel prossimo appalto. Diversamente credo che in diversi faranno la scelta di spostare i figli in scuole più accessibili del circondario».

Nei dintorni, effettivamente, si paga meno. A San Colombano il costo pieno è di 4,55 euro per buono pasto, che si riduce poi in base alle fasce di reddito sotto gli 8mila euro Isee. A Graffignana il costo del buono in fascia massima è di 3,10 euro, a Borghetto 4,10 euro, a Sant’Angelo 3,50, nel pavese 3,70 euro a Miradolo e 3,75 a Chignolo. In un mese, per chi ha due figli, si traduce in un risparmio di 30 o anche 40 euro, perché di norma le amministrazioni presentano una detrazione per il secondo figlio o per il terzo, che pagano il 50 per cento del prezzo pieno. In un anno, con due figli, il risparmio portandoli lontano da San Colombano può arrivare fino a 400 euro o più. E di questi tempi sicuramente c’è chi ci sta facendo un pensiero. Per trovare cifre più alte del buono banino bisogna arrivare a Lodi Vecchio, con 4,70 euro e a Lodi con 4,78 euro, ma in entrambi i casi il costo pieno scatta con un reddito Isee più alto di quello di San Colombano (rispettivamente 14 mila euro e 18mila euro) e c’è un sistema di detrazioni per secondo figlio e successivi.

Insomma, il problema esiste, tanto che anche il Comitato Genitori aveva provato a sollevare la questione un anno fa, senza ottenere peraltro risposte positive dal Comune, anche perché l’appalto era in corso. Ora però a giugno va in scadenza. «Vedremo cosa fare, di certo cercheremo di contenere i costi perché non siamo sprovveduti - dice l’assessore Ornella Fusar Poli -. Sul costo poi bisogna fare una valutazione anche di qualità, e la nostra mensa è di grande qualità e ha la cucina interna. Forse si può fare un ragionamento sul biologico, che incide in parte. Il Comune comunque mette circa un terzo del costo dell’appalto, 100 mila euro circa, e fa già un grande sforzo per contenere i costi, senza tenere conto di quanti sono aiutati dal sociale».

Andrea Bagatta

© RIPRODUZIONE RISERVATA