Maxi frode sui serramenti, sequestro di case nel Lodigiano

Prima vendeva i serramenti “in nero”, accettando dai suoi clienti solo contanti, poi li cercava per pretendere nuovamente il pagamento minacciando e, spesso, ottenendo decreti ingiuntivi nei loro confronti. Con questa ipotesi di accusa, La Guardia di Finanza di Crema, in esecuzione di un decreto del Gip di Cremona, ha arrestato A. S. di Chieve (CR), sua figlia A. e la segretaria. Ai tre viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, all’evasione fiscale e all’attribuzione fittizia della titolarità di beni. Contestualmente si è proceduto al sequestro di tutti i beni mobili e immobili ad essi riconducibili per un valore di circa 8 milioni di euro. Il cinquantacinquenne cremasco, titolare in passato di una ditta di serramenti (per la quale non risulta aver versato tutte le imposte), avrebbe ideato e organizzato, con il concorso del suo avvocato di Crema, anch’egli accusato per associazione a delinquere, un semplice ed efficace sistema estorsivo con il quale ottenere, da centinaia di suoi vecchi clienti, di essere pagato più volte per la stessa fornitura di infissi e porte. Il G.I.P. presso il Tribunale di Cremona ha ora disposto il sequestro “per sproporzione” dei 91 immobili e terreni, alcuni dei quali a Pandino e a Lodi, di un posto barca, di 16 autoveicoli, di 7 motoveicoli e di 2 rimorchi, delle quote societarie di 13 società, il tutto per un valore complessivo prudenziale stimato di 8 milioni di euro, oltre al saldo dei conti correnti e dei rapporti finanziari riconducibili ai tre indagati.

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