Marudo, assalto alle poste

Armi spianate, terribili minacce e le Poste di Marudo vengono saccheggiate. È accaduto ieri, in un mezzogiorno da incubo, specialmente per l’unica dipendente in servizio all’ufficio di via Roma. «Se chiami aiuto ti spezziamo un braccio», le avrebbero grosso modo sibilato i banditi entrati in azione; un’intimidazione eloquente, condita dalla “promessa”, ancora più inquietante, che qualora la donna avesse opposto una qualsiasi resistenza sarebbe stata prelevata, caricata in auto e gettata in corsa dalla stessa. La povera operatrice, per il comprensibile spavento, è finita addirittura al pronto soccorso per un piccolo malore; ciò mentre i criminali, almeno quattro, si erano dileguati da Marudo a tutta velocità, con un bottino di diverse migliaia di euro e i carabinieri già impegnati nelle indagini per cercare di fare giustizia all’ennesima rapina consumata nel Lodigiano.

L’assalto, il secondo nella storia relativamente recente delle Poste di Marudo (aperte dal 2003) è avvenuto poco dopo mezzogiorno. E la dinamica, per quanto fin qui ricostruito, lascia presagire che a consumarlo non siano stati dei dilettanti, ma individui che avevano ben studiato posizione e “difese” delle Poste, un ufficio “mono operatore” con banco a vista e telecamere di sorveglianza. Arrivati in auto, i banditi hanno parcheggiato in via Roma, attendendo che i clienti all’interno uscissero: quindi tre di loro sono scesi dall’auto, hanno raggiunto l’ingresso, si sono coperti il volto e hanno fatto irruzione, affrontando l’unica impiegata presente. Quest’ultima, tenuta sotto tiro da un’arma da fuoco e minacciata dai banditi, non ha potuto fare nulla; nel giro di pochi, tremendi minuti, i rapinatori hanno così svaligiato la cassaforte dell’ufficio, ripulendola di un bottino che, secondo stime attendibili, oscillerebbe da un minimo di seimila euro a uno massimo di quasi novemila.

Attesi da almeno un complice all’esterno, i rapinatori sono così fuggiti da Marudo in automobile: mentre sul posto, ricevuto l’allarme, oltre ai carabinieri è arrivato anche il personale medico del 118, intervenuto per soccorrere la sfortunata dipendente, collassata per lo spavento. Le condizioni della donna, per fortuna, non sono gravi: comprensibilmente sotto shock per la disavventura vissuta, la dipendente postale è stata comunque portata precauzionalmente al pronto soccorso.

Nel frattempo, i carabinieri hanno subito avviato le indagini, allargando ricerche e posti di blocco anche ai confini con il Pavese e verso Melegnano, possibili vie di fuga dei rapinatori . Al di là del presunto accento meridionale di uno dei banditi, le indagini contano sulle immagini riprese da almeno quattro telecamere, due in dotazione alle poste e due di proprietà dell’amministrazione comunale, il cui sindaco Claudio Bariselli si è subito messo a disposizione delle forze dell’ordine. Nel frattempo, l’episodio riporta alla ribalta le speranze dei sindacati di categoria di un maggiore presidio del territorio: «Avevamo avuto un incontro con l’ormai ex prefetto - dichiara Giovanni Martorana, segretario della Slp-Cisl -, cui avevamo chiesto attenzione sulla microcriminalità, un fenomeno in aumento sul quale aveva preso l’impegno di parlare con l’azienda: ora auspichiamo di parlare anche con quello nuovo per ribadire la richiesta di intervento, anche in collaborazione con i sindaci. Uffici come questo sono come un bancomat a cielo aperto: uno preleva e va via, mettendo a rischio l’incolumità del lavoratore».

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