Lodi Vecchio, oggi arrivano 30 profughi

Saranno ospitati al Laus Hotel, il sindaco sale sulle barricate

Sono attesi oggi a Lodi Vecchio altri trenta profughi africani. Saranno ospitati al Laus Hotel, in attesa di essere “smistati” - nei prossimi quindici giorni - in diversi paesi della provincia di Milano. Lo ha comunicato ieri pomeriggio il sindaco di Lodi Vecchio, Giancarlo Cordoni, che ha appreso la notizia dalla protezione civile di Milano.

Il primo cittadino di Lodi Vecchio (città con 7400 abitanti e 800 stranieri regolari) è su tutte le furie e va all’attacco: «Non sappiamo praticamente nulla, non sappiamo chi sono questi profughi, non sappiamo da quali Paesi arrivano, non sappiamo dove sono sbarcati, non sappiamo dove andranno. La protezione civile di Milano si è semplicemente limitata a comunicarmi che arriveranno domani mattina (oggi per chi legge, ndr) e che saranno ospitati al Laus Hotel, che ha dato la disponibilità. Successivamente verranno distribuiti in provincia di Milano, ma solamente fra quindici giorni, così almeno mi è stato detto. Ho parlato con il prefetto di Lodi, che era all’oscuro ed è stato informato, come il sottoscritto, solo nel pomeriggio. Gli ho fatto presente l’assenza totale di coinvolgimento del comune».

A preoccupare Cordoni è l’impatto che questi trenta profughi avranno su una realtà come Lodi Vecchio. «La proporzione con la popolazione è insostenibile - denuncia il primo cittadino del Pd - vogliamo proseguire nella politica di integrazione che portiamo avanti da anni, ma con questi atti unilaterali, imposti dall’alto, tutto diventa più difficile. L’impatto sociale sarà davvero molto forte, è inevitabile: non nego che la mia preoccupazione è enorme». Lodi Vecchio, in sintesi, è stato individuato come un centro di accoglienza dei profughi che dovranno andare in provincia di Milano. I comuni della provincia di Lodi, invece, dovrebbero accogliere fino a 24 profughi, di cui 20 già arrivati nei giorni scorsi.

«È una situazione assurda - rincara la dose Cordoni - non si capisce perché se questi profughi sono destinati ai comuni del Milanese, debbano prima arrivare a Lodi Vecchio. Mi chiedo davvero se il federalismo promesso dal governo Berlusconi e dalla Lega sia questo, un federalismo cioè in cui i sindaci vengono avvisati a cose fatte, senza che possano dire la loro. Ripeto: non siamo stati coinvolti in nessun modo in questa scelta». Sempre ieri, intanto, si è svolto un incontro dei presidenti delle province lombarde, al quale ha partecipato anche Pietro Foroni. Dal summit è emerso che non ci saranno tendopoli e che «i numeri dei profughi in arrivo in Lombardia sono inferiori a quelli prospettati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA