LODI VECCHIO Attesa finita, partono gli scavi per la rinascita di Laus Pompeia

L’apertura del cantiere nella zona archeologica è prevista già questa settimana

I primi mezzi all’opera sull’area saranno quelli per le operazioni di movimento terra, un pacchetto di interventi per eliminare terra di risulta di precedenti scavi e livellare l’area. Si lavorerà anche altrove però, per la progettazione delle installazioni multimediali e degli strumenti più idonei per raccontare con le nuove tecnologie il parco archeologico di Laus Pompeia 2.0.

Attesa finita per l’avvio dei lavori di ridisegno e implementazione degli scavi archeologici di piazza Santa Maria a Lodi Vecchio, da trasformare grazie ad un contributo da 1,1 milioni di euro assegnato dal Ministero dei Beni Culturali, nell’ambito dei grandi progetti culturali strategici a cui sono stati destinati complessivamente 103 milioni di euro.

Il dettaglio del progetto in partenza - di cui sono stati appunto assegnati i lavori di movimentazione terra e di sviluppo delle infrastrutture multimediali - è stato presentato nel dettaglio nel primo Dipartimento convocato dall’amministrazione Felissari, dedicato a cultura, sport, istruzione, tempo libero e formazione professionale, composto da consiglieri comunali - per la maggioranza Debora Cremonesi, Federico Cantaluppi e Mattia Maffi, per l’opposizione Orazio Mondello di Laus Futura ed Eva Pizzi di Eva Pizzi Sindaco - e componenti della società civile.

L’apertura del cantiere è prevista a stretto giro, nel corso di questa settimana e le operazioni di movimento terra saranno propedeutici alla nuova campagna di scavi archeologici, prossima all’affidamento, con l’obiettivo di partire con le operazioni di scavo prima dell’estate e proseguire fino a quando il tempo lo consentirà. «Tra i reperti da portare alla luce, nella parte est, ci sono una strada lastricata del periodo romano con tanto di via di ispezione della cloaca, la fognatura, un manufatto particolare e non così diffuso - spiega il consigliere delegato alla cultura Federico Cantaluppi -, ma anche un abside che dovrebbe essere parte del foro e una chiesetta in stile gotico, di cui sarà ricostruito l’alzato per evitare di scavare due metri sotto il livello del terreno.

Ci saranno poi altre indagini nell’area oggi a verde, nella speranza di trovare altri reperti». Si lavora anche per dare risultato storico all’evento del recupero e della valorizzazione del parco, con una pubblicazione per ripercorrere le tappe storiche per la città con focus sul futuro del parco. «Potrebbero essere dei quaderni di Laus - chiude Cantaluppi - per raccontare e lasciare traccia di questo momento importante per la nostra comunità».

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