Le ossa risalgono al Pleistocene

«L’osso ritrovato è molto grande pur mancando delle parti maggiormente significative per la determinazione precisa, cioè la parte prossimale e quella distale. In breve è presente solo la diafisi. Dalle dimensioni l’osso potrebbe appartenere ad un elefantide, ma non so dire al momento se un mammuth, piuttosto che un elefante africano o un elefante ancora più antico. L’età è sicuramente del Pleistocene». Il paleontologo Giuseppe Santi dell’Università di Pavia è abbastanza sicuro nonostante abbia effettuato solo un esame preliminare e piuttosto sommario del reperto. «Si tratta di un osso di circa 80 centimetri di lunghezza, ben conservato per la parte che ci è pervenuta - prosegue il paleontologo -. Di sicuro sarebbe opportuno uno studio più approfondito e dettagliato, ma di sicuro non si utilizzeranno strumenti come il carbonio per la datazione del reperto. Sono analisi molto costose e riservate solo a reperti di carattere eccezionale. In questo caso si potrebbe procedere sulla base della letteratura e per comparazione con altri reperti conosciuti. Per questo sarebbe importantissimo stabilire da dove proviene». Conoscere il luogo del ritrovamento ed effettuarvi altri scavi potrebbe essere determinante. «Trovando elementi tipici che si associano per esempio alla fauna fredda della glaciazione o alla fauna calda ci permetterebbe di dare una datazione precisa e magari risalire alla specie», conclude Santi.

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