Lavinia, un giovane italiano sotto inchiesta

Il procuratore Vincenzo Russo e la squadra mobile continuano a scavare nel passato del ragioniere 41enne di Arese, intanto la denuncia dei familiari della ragazza uccisa porta a un indagato

Diciott’anni compiuti appena nel luglio scorso ma già un “nome” affermato sulla sezione “incontri” di un noto sito Internet: questa è la realtà che hanno scoperto i genitori di Lavinia Simona Ailoiaei dopo aver riconosciuto la mattina di domenica 8 settembre il volto della figlia in un notiziario in Romania e per questo, assistiti in italia dall’avvocato Simone Facchinetti di Bollate, hanno presentato una denuncia ipotizzando l'induzione alla prostituzione. I familiari facevano riferimento a un marocchino, ma ora la procura della Repubblica di Lodi chiarisce che al momento, per reati legati al meretricio, è indagato un giovane italiano, a seguito delle indagini scaturite da quella denuncia.

Lavinia aveva detto, prima di partire dalla Romania a 16 anni, che sarebbe venuta in Italia a fare la barista, poi i suoi contatti con la famiglia in patria si erano rarefatti, anche se una sua sorella era già a Milano. Le cronache rivelano che aveva cominciato a vendersi e che questo l’ha portata a morire strangolata durante l'incontro con un cliente, Andrea Pizzocolo, 41 anni, ragioniere di Arese.

Prostituzione via Internet, senza la figura “classica” del protettore, ma gli inquirenti sospettano che comunque ci fosse qualcuno a tirare le fila, dietro inserzioni apparentemente autonome e liberamente pubblicate sul web. E l'adolescente romena che sognava di lavorare due anni in Italia e poi tornare con i soldi per mettere su casa in Romania potrebbe essere stata indotta al guadagno facile.

Il procuratore di Lodi Vincenzo Russo non afferma che Pizzocolo (che nega di aver ucciso prima del 7 settembre scorso) sia un serial killer, «ma un’intuizione investigativa ci ha portati ad acquisire un elemento tale da farci sospettare che abbia già messo in atto comportamenti violenti in contesti simili - spiega il procuratore -, magari non con esito fatale. Un elemento indiziario concreto che si aggiunge al gran numero di oggetti sado maso trovati in suo possesso, al numero di ragazze incontrate, all’enormità di filmati che ha scaricato da Internet».

Quello che manca, e che la squadra mobile punta ad acquisire, è la testimonianza di donne che abbiano subito violenze da Pizzocolo, sempre se ve ne siano. E con il timore che possa aver conosciuto altre donne che sono state uccise come Lavinia o che sono scomparse.

La ricostruzione del passato del papà 41enne dalla quotidianità insospettabile non è semplice: i dati delle presenze negli hotel vengono sepolti in archivi, i tabulati telefonici cancellati dopo due anni. «Finora - conclude il procuratore - abbiamo scoperto che nell’ultimo anno ha frequentato moltissimi alberghi».

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