La pista “horror” che costò 5 milioni

Chiodi e schegge

di legno in bella vista, cartelli piegati: è ormai

un percorso a ostacoli

per ciclisti e pedoni

Il ponte ciclo-pedonale è stato demolito perché considerato a rischio crollo, ma oggi tutto il tragitto della pista Lodi-Zelo resta “da brivido”. Provare per credere. Decine e decine di pali in legno sono scheggiati o sventrati, numerosi cartelli sono invece piegati a causa dell’impatto con qualche mezzo o addirittura spostati. Le viti spesso spuntano dalla staccionata, così come alcune assi di legno invadono qua e là la carreggiata.

Il viadotto ciclo-pedonale a Montanaso è stato rimosso dalla Provincia di Lodi nella giornata di martedì poiché pericolante. Era stato inaugurato nel 2001 per garantire l’attraversamento dello scolmatore Belgiardino in sicurezza da parte di ciclisti e pedoni, ma l’anno successivo i tecnici furono costretti a far partire un primo intervento di manutenzione. La sua realizzazione e l’intera riqualificazione della strada provinciale 16, provvista di ciclabile e viadotto, richiese un investimento di circa dieci miliardi di lire. Cinque milioni di euro. Le cronache del «Cittadino» nel luglio del 2002 spiegavano: «È transennato dalla settimana scorsa il caratteristico ponte in travi di legno che permette alla pista ciclabile Lodi-Zelo di superare il colatore Belgiardino, diramazione della Muzza, a fianco del ponte in cemento della strada provinciale 16 tra Montanaso e Arcagna. Dalla provincia di Lodi, che negli anni scorsi aveva investito oltre dieci miliardi di lire per riqualificare l’intero tratto principale della provinciale e per affiancarlo per l’intera lunghezza con un percorso sicuro per le biciclette, fanno sapere che la struttura sarà riaperta a breve (...). La chiusura al passaggio di biciclette e pedoni, con transenne, nastri e cartelli di divieto di transito, è stata decisa a puro scopo precauzionale: da qualche settimana, infatti, alcune delle assi che costituiscono il piano calpestabile della struttura appaiono leggermente imbarcate e sconnesse».

Oggi il collegamento è ridotto a un ammasso di legno - in alcuni punti marcio - accatastato lungo la Muzza. Il ponte era stato chiuso nel luglio del 2013 perché considerato poco sicuro, la Provincia di Lodi ha deciso di demolirlo: l’abbattimento è costato 13mila euro, non ci sarebbero state (né ci saranno in futuro) le risorse per ripristinarlo, pari a 150mila euro. San Cristoforo, infatti, rischia il dissesto finanziario, come molte altre Province. Runner e ciclisti possono utilizzare lo stretto camminamento a fianco del ponte sulla Muzza per evitare di “buttarsi” nel traffico della strada provinciale. La ringhiera che si affaccia sul colatore, però, è pericolante e in alcuni punti staccata dal basamento.

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