La Lega si trova a Sant’Angelo

Il popolo della Lega nord si ritrova a Sant’Angelo. Circa ottocento le persone stimate ieri sera al Cupolone per i comizi di Roberto Calderoli e Roberto Maroni. I due, arrivati attorno alle 21, hanno trovato una sala gremita: numerose le bandiere con il «sole delle alpi», tanto il calore per i due leader lumbard, che non hanno mancato di attaccare il governo Monti, ma anche l’ex alleato Berlusconi, strappando in più occasioni applausi fragorosi. Numerose anche le forze dell’ordine presenti, stante l’importanza degli ospiti e il rischio di eventuali contestazioni. A circa duecento metri dal Cupolone stazionavano senza bandiere alcuni esponenti del movimento No Tav, che con toni pacati hanno chiesto più volte agli agenti della Digos di poter dialogare con l’ex ministro Maroni.

Il primo a prendere la parola, dal palco, è stato il segretario cittadino della Lega, Maurizio Villa, che ha ricordato come in passato il Cupolone sia stato la sede del parlamento della Padania. Poi spazio al segretario provinciale Guido Guidesi, al presidente provinciale Pietro Foroni e al vice governatore lombardo Andrea Gibelli. Infine, attorno alle 21,30, il microfono è passato nelle mani dell’ex ministro della Semplificazione Calderoli, in camicia verde e cardigan: «Torno volentieri al Cupolone - ha detto - anche se vi trovo un novello Monti che adesso fa pagare ai partiti l’affitto della struttura (il riferimento è al sindaco Domenico Crespi, ndr)». Poi via con i temi nazionali, a partire proprio dall’attacco all’attuale presidente del consiglio: «Nessun mi sta sulle balle come Monti. Altro che professori, questo è un governo di paperoni che taglia le pensioni dei lavoratori. Monti è come il comandante Schettino: entrambi ci mandano contro gli scogli». Non poteva mancare l’arringa contro i No Tav: «Sono solo quattro lazzaroni che per difendere falsamente la Val di Susa mettono a ferro e fuoco il Paese: quando c’era Maroni al ministero degli Interni queste cose non accadevano. E’ ora di finirla con questi centri sociali, in cui c’è della gente che non ha mai lavorato». Tra i passaggi più applauditi, quello contro le verifiche fiscali della Guardia di finanza a Cortina e nei centri di villeggiatura: «Qualche volta è legittima difesa non emettere qualche scontrino se lo Stato ci costringe a lavorare per metà dell’anno solo per pagare le tasse», ha detto Calderoli. E ancora: «Se l’Italia va a fondo, la Padania deve alzare i tacchi e andare per conto proprio. E’ ora di finirla di mantenere un sacco di lazzaroni che non hanno voglia di lavorare». Infine un richiamo alla necessità che «la Lega resti unita: Bossi è la Lega e la Lega è Bossi». Un riferimento, quest’ultimo, alle recenti aspre frizioni all’interno del partito.

Meno colorito nei toni, ma altrettanto duro nei contenuti, l’ex ministro degli Interni, Maroni, che dopo aver annunciato una «Lega di battaglia, pronta alle grandi sfide», ha menato fendenti contro Monti e Berlusconi: «Finora il nuovo governo ha fatto una sola cosa buona: non assegnare le Olimpiadi a Roma (e qui grandi applausi dalla platea, ndr). E’ incredibile - ha aggiunto Maroni - la decisione nefasta di Berlusconi di sostenere questo governo. La rottura dell’alleanza tra Berlusconi e la Lega è ormai una realtà e a provocarla sono state le scelte sbagliate del Popolo della libertà. Molti elettori del Pdl se ne sono accorti e infatti oggi la Lega è in grande crescita: i sondaggi ci danno sopra l’undici per cento su base nazionale, ma in Padania quasi ovunque siamo davanti al Pdl». A sottolineare i passaggi del discorso di Maroni gli applausi del «popolo verde» presente al Cupolone: non soltanto i leghisti di Sant’Angelo (tra cui molti della prima ora, oggi lontani dalla politica locale), ma anche quelli di gran parte del Lodigiano. Nel pubblico pure molti curiosi di svariata estrazione politica.

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