
Cronaca / Centro Lodigiano
Venerdì 20 Maggio 2011
La Laudense toglie il velo alla fusione
Contatti con l’Adda-Cremasco per l’operazione: «Siamo al 20 %»
n «Un’Opa ostile». Usano volutamente un termine finanziario (e che si addice più alle società quotate che al credito cooperativo) i vertici della Bcc Laudense per commentare il progetto lanciato dalla Centropadana lo scorso sabato: riunire le tre banche di credito cooperativo lodigiane (Laudense, Centropadana e Borghetto) in un’unica grande Bcc. Un progetto che, a distanza di pochi giorni dall’annuncio (a cura del presidente della Centropadana, Serafino Bassanetti), continua a raccogliere commenti. E c’è da stare certi che l’argomento, complice l’assemblea dei soci Laudense di domenica mattina a San Zenone, continuerà a restare caldo, anzi caldissimo. Non a caso, secondo i vertici Laudense, «non sarà una delle assemblee più semplici».
Il riferimento all’Opa ostile è solo uno dei tanti proposti ieri dai vertici della Laudense (il presidente Giancarlo Geroni, il direttore generale Fabrizio Periti e il vice Giuseppe Giroletti), che hanno illustrato i dati 2010 dell’istituto di credito lodigiano, hanno offerto qualche elemento sulle voci di fusione con la Bcc dell’Adda-Cremasco e, come detto, hanno replicato (duramente) all’offerta di Bassanetti. Ad attirare l’attenzione, ovviamente, la conferma che Laudense e Bcc dell’Adda-Cremasco stanno confrontandosi per arrivare all’aggregazione. «Siamo al 20 per cento di un processo comunque molto lungo - ha detto Periti -. I vantaggi dell’aggregazione arriverebbero dalla maggior massa critica». Il presidente Geroni ha nuovamente confermato i contatti in atto con l’istituto guidato da Giorgio Merigo: «Ci siamo incontrati un paio di volte, abbiamo valutato se esistono i presupposti per portare avanti il progetto. Non siamo però ancora arrivati a un’intesa di massima. I cda poi non si sono ancora confrontati».
Parole prudenti quelle di Geroni. Ma che sono comunque pesanti, perché portano alla luce del sole il confronto in atto con la Bcc di Merigo. Confronto che, ovviamente, va nella direzione opposta all’idea della maxi Bcc lodigiana di Bassanetti. «Un’idea non nuova - secondo Periti - ma sempre demagogicamente suggestiva. Essa contiene però in sé, come nelle degustazioni di vino, qualcosa di viziato, qualcosa di demagogico e una componente che contrasta con il Dna del nostro sistema del credito cooperativo. Il vizio - ha aggiunto - sta nell’idea strisciante di monopolio territoriale che soffoca la dialettica e la libera manifestazione del mercato».
Dopo i ragionamenti sulle strategie, la parola ai numeri. «Da sei anni la Laudense ha una gestione lineare», ha rivendicato Periti, aggiungendo che «nel 2011 usciamo dalla trincea dopo un biennio duro un po’ per tutti, passato in sordina». Ai soci, domenica, Periti presenterà un utile netto di 413mila euro (- 33 per cento sull’esercizio precedente): «Meglio della media lombarda e di questo siamo soddisfatti». Quanto alle masse, il 2010 si è chiuso con 234 milioni di euro di raccolta diretta (+ 5,1 per cento) e 179 milioni di impieghi (+ 3,4 per cento, i mutui + 8 per cento).
Lorenzo Rinaldi
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