«La discarica è stata controllata»

«Ricordo che l'Arpa di Lodi aveva effettuato diversi controlli sulla discarica di Cavenago d’Adda»: Walter Di Rocco, che per due anni e mezzo e fino alla fine di dicembre è stato direttore provinciale dell’Arpa di Lodi, e ora lavora in Arpa a Milano, interpellato riguardo alle preoccupazioni espresse nei giorni scorsi da un comitato di cittadini di Cavenago, assicura che negli anni il cumulo di rifiuti di Soltarico era stato oggetto «di ispezioni ordinarie e straordinarie, che avevano portato alla stesura di almeno 4 relazioni di 40 - 50 pagine. Non ne ricordo i contenuti, ma si tratta di documenti depositati in Comune, presso la Provincia di Lodi e in Regione e che, in quanto documentazione ambientale, è accessibile». Le nuove preoccupazioni sulla discarica di Cavenago d’Adda, che non è autorizzata a ricevere rifiuti pericolosi, sono nate nei giorni scorsi dopo che l’arresto dell’ingegnere lodigiano Claudio Tedesi, tra i massimi esperti di bonifiche d’Italia, aveva riportato alla luce un’interpellanza parlamentare del 2011 in cui veniva citato un documento della Sogesid (la spa pubblica che sovrintendeva alla bonifica dell’ex Sisas, oggetto dell'inchiesta) nel quale si indicava anche Cavenago tra i siti “scelti” per ospitare i rifiuti del sito di interesse nazionale di Pioltello - Rodano. Il 76 per cento delle azioni di Ecoadda, la società proprietaria della discarica dal 1997, fanno capo al gruppo della famiglia Colucci così come la Daneco, che ha bonificato l’ex Sisas. I carabinieri del Noe però escludono di aver rilevato movimenti illeciti di rifiuti da Pioltello - Rodano a Cavenago e questo scenario non è emerso nonostante mesi di meticolose intercettazioni mentre fervevano i lavori all'ex Sisas. Gli inquirenti sospettano, tra l’altro, che materiali inquinanti come il nerofumo siano stati rietichettati illecitamente come “rifiuti da bonifica contenenti sostanze pericolose” e poi con codici rifiuto impropri siano stati smaltiti in Italia e all’estero.

In questi giorni Tedesi, agli arresti domiciliari a Binasco, deve essere interrogato dal gip di Milano. Per ora il difensore Massimo Dinoia non rilascia dichiarazioni.

«Non mi sembra fossero mai stati effettuati campionamenti sui camion in ingresso a Cavenago - sintetizza Di Rocco - ma per prassi i tecnici andavano sul cumulo di rifiuti in formazione e se notavano qualcosa di anomalo effettuavano controlli più approfonditi. Arpa però non si deve occupare solo di Cavenago, non si può pensare che fossimo sempre lì. E la tutela dell'ambiente, sottolineo, è fatta di una rete di persone e istituzioni».

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