La 40enne scomparsa, nessuna certezza sulla morte

La procura di Lodi rompe il silenzio sul “caso” della 40enne albanese di Miradolo che dal 29 maggio scorso è scomparsa nel nulla. Dopo il ritrovamento della sua auto a San Colombano è stato aperto infatti un fascicolo a Lodi e fra le ipotesi al vaglio c’è anche quella dell’omicidio. Non ci sono però al momento prove concrete per poter sostenere con certezza questa ipotesi. «Le indagini sono su una donna scomparsa - precisa il procuratore facente funzioni Sara Mantovani -. Al momento non abbiamo elementi per dire che non sia più in vita. Anche perché non abbiamo trovato il corpo. Anche se ovviamente più passa il tempo e più le speranze si assottigliano».

A suscitare sospetti, in particolare, il fatto che la scomparsa abbia coinvolto una donna giovane, che vive con un figlio 13enne (rimasto di fatto solo) e che non ha lasciato nemmeno un biglietto di addio per spiegare il suo gesto. Per questo le piste del suicidio o dell’allontanamento volontario vengono considerate meno probabili. E proprio per questo in queste ore è stato disposto ogni tipo di accertamento tecnico e scientifico sull’auto, sui telefoni e sulla videosorveglianza, e sono state messe “sotto torchio” le persone più vicine alla donna, compresi l’ex marito, il fidanzato, altri conoscenti come l’uomo presso cui lavorava come badante, e i figli (il maggiore, 17enne, vive con il padre). L’obiettivo è scavare nella vita privata della donna e ricostruire i suoi ultimi movimenti, che sembra siano stati fra San Colombano e Orio Litta.

Questa indagine si è anche intrecciata con un altro episodio violento avvenuto nel raggio di pochi chilometri. Ovvero il ritrovamento nelle acque del Po, in località Isola Serafini, di una donna senza vita. All’apparenza di età anagrafica diversa rispetto alla badante. Nonostante questo il sospetto è che si tratti proprio della straniera scomparsa da Miradolo. Per questo nei giorni scorsi i carabinieri di Chignolo sono entrati nella sua abitazione e hanno prelevato una spazzola per poter fare la comparazione del dna. Gli esiti, assieme a quelli dell’autopsia, dovrebbero arrivare già nei prossimi giorni. Chiarendo di cosa è morta la donna riemersa dal Po (pare abbia alcuni segni di violenza) e se si tratta proprio dalla badante albanese. Questo potrebbe dare una svolta decisiva alle indagini. «C’è collaborazione fra le procure di Lodi e Piacenza, ma al momento i due casi vengono trattati separatamente - aggiunge Sara Mantovani -. Dalla procura di Piacenza non ci hanno comunicato evidenze che il corpo sia proprio quello della donna scomparsa».

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