In Cina per diventare ingegneri

Un anno a Shanghai all’università Tongji per proseguire il corso di studi in ingegneria gestionale, migliorare l’inglese e imparare le basi della lingua e della cultura cinese, chissà magari per aprirsi una strada nelle relazioni commerciali e industriali con il colosso asiatico: sono a Shanghai da venerdì i due banini Andrea Barbesta e Antonio Spanò, dalle elementari all’università, Cina compresa, sempre insieme, passando per il Liceo Tecnologico del Cesaris di Casale, «esperienza formativa fondamentale per il cammino universitario» come riconoscono i due.

Entrambi hanno appena concluso il primo anno di ingegneria gestionale al Politecnico di Milano e indipendentemente l’uno dall’altro hanno cominciato lo scorso inverno a guardare con grande interesse al programma di scambio culturale e di studi che l’università di Milano ha in atto con l’università Tongji di Shanghai.

«A dicembre dello scorso anno ci siamo ritrovati per una cena di classe e così per caso è uscito che entrambi, separatamente, stavamo pensando alla Cina - dicono Andrea e Antonio -. Così, per noi che ci conosciamo dalle elementari è stato automatico proseguire la preparazione insieme».

Una lettera e il curriculum in inglese, compresi gli esami sostenuti e in programma per il primo anno, e in primavera è stata fatta la selezione. Da ingegneria gestionale sono partiti in 5, una trentina in tutto il Politecnico. I ragazzi banini affronteranno là il secondo anno del corso di laurea, mentre il programma di scambio prevede che altrettanti ragazzi cinesi vengano a fare il terzo anno a Milano l’anno prossimo. Ma la sosta di quasi un anno, con biglietto aereo per il ritorno già prenotato per il prossimo 29 giugno, servirà per tanti scopi. «Da un punto di vista didattico, oltre a fare il secondo anno del corso, avremo poi la possibilità di conseguire anche la laurea cinese in ingegneria con una breve integrazione degli studi - raccontano i due amici -. Poi potremo perfezionare l’inglese, con un anno continuo di lezioni e relazioni. Infine, impareremo un po’ di lingua cinese e di cultura. Gli ingegneri gestionali con queste conoscenze sono molto ricercati».

Il progetto è già fatto: per il capodanno cinese, un mese di vacanza a febbraio, i due banini vogliono raggiungere Pechino e altre città, per girarsi un po’ dell’immenso Paese. A Shanghai soggiorneranno a proprie spese nei campus universitari dove vitto e alloggio costano poco, 150 euro per dormire, tre euro a pasto per mangiare. I ragazzi sono partiti giovedì e arrivati venerdì, per quella che probabilmente è l’avventura più bella della loro vita finora. «Volevamo fare un’esperienza all’estero - concludono -. La Cina è stata un’occasione, ed entrambi abbiamo pensato che sarebbe stato davvero bello. Adesso andiamo a vedere com’è davvero».

Andrea Bagatta

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