In arrivo 25 tagli alla Pregis:a Ossago scatta lo sciopero

La Pregis annuncia 25 esuberi e gli operai bloccano subito la produzione proclamando uno sciopero generale permanente per capire le prospettive future dello stabilimento e del centinaio di lavoratori che vi trovano occupazione diretta o indiretta.

La ditta che produce materiali per l’imballaggio è controllata da un fondo d’investimento americano che solo negli ultimi due anni ha immesso nello stabilimento oltre 8 milioni di euro di liquidità per far fronte alle grave crisi strutturale e di mercato. Nel tentativo di rilancio è stata coinvolta anche l’organizzazione del personale, con una cassa integrazione che si protrae ormai da 15 mesi e con un’ultima richiesta di mobilità volontaria in base alla quale 11 dipendenti hanno deciso di lasciare l’azienda.

«Dopo la cassa integrazione, dopo la mobilità volontaria, l’azienda è ancora qui a sfogliare la margherita e l’unica proposta che fa è l’annuncio di un licenziamento collettivo per 25 dipendenti - dicono i segretari dei chimici di Cgil, Cisl e Uil, Francesco Cisarri, Giampiero Beranazzani e Francesco Montinaro -. Di fronte a questo atteggiamento per cui ogni volta che si raggiunge un obiettivo c’è un ulteriore rilancio, non si poteva fare una scelta diversa dallo sciopero immediato».

Ieri, dopo l’assemblea dei lavoratori, i dipendenti hanno messo in sicurezza le macchine e cominciato l’astensione dal lavoro con un picchetto davanti la sede dello stabilimento. Contestualmente, i sindacati hanno chiesto un incontro urgente alla dirigenza e hanno reso partecipi della situazione la Provincia di Lodi e il Comune di Ossago, chiedendo rispettivamente l’istituzione di un tavolo di confronto e un’assemblea pubblica. I vertici dello stabilimento hanno subito accettato la proposta di incontro, che si terrà oggi in Assolodi, ma invece di rispondere alle questioni aperte potrebbero annunciare l’apertura ufficiale della procedura di mobilità per 25 lavoratori, un terzo della forza lavoro diretta dello stabilimento.

«L’azienda sta tenendo un atteggiamento ambiguo perché mentre qui fa cassa integrazione e mobilità, intanto ha spostato parte della produzione e un macchinario in una ditta di Pordenone, mantenendo la commercializzazione del prodotto - dicono i sindacalisti -. Oggi vogliamo risposte: vogliamo conoscere il piano industriale e le prospettive dello stabilimento di Ossago». In gioco c’è il futuro di 80 lavoratori diretti della Pregis e di un’altra ventina di addetti nella cooperativa che si occupa della movimentazione delle merci in uscita dallo stabilimento.

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