In 19 condannati per spaccio

Le manette erano scattate nel luglio scorso, durante le indagini sequestrati 5 chili di droga e oltre 10mila euro

«Per alcune situazioni le pene inflitte appaiono eccessive»: si limita a dichiarare questo uno dei difensori, Fabio Carminati, all’esito dell'udienza preliminare che ha portato a undici condanne per rito abbreviato e otto applicazioni di pena per patteggiamento, a seguito delle indagini della procura della Repubblica di Lodi per l'operazione antidroga “Dwarf&Co” messa a segno dai carabinieri del reparto operativo provinciale e del nucleo investigativo. Solo uno degli imputati, G.V., ha ottenuto la pena sospesa (10 mesi), in tre invece sono stati rinviati a giudizio, strategia scelta dalle difese per provare a chiarire il grado di coinvolgimento, la posizione di altri due è stata rimessa alla procura di Milano perché il gup Alessandra Del Corvo ha ritenuto che gli episodi più gravi fossero avvenuti nel capoluogo.

Le ordinanze di custodia cautelare erano state eseguite nel luglio dello scorso anno e in occasione di una perquisizione domiciliare a Borghetto Lodigiano erano stati sequestrati 3 chilogrammi di hascisc e 10mila euro in contanti. Un chilo di marijuana era stato intercettato invece sotto la ruota di scorta di un presunto “corriere” sulla Santangiolina e complessivamente era stato sequestrato anche un chilo di cocaina nel corso delle indagini, che erano scaturite da alcune segnalazioni nel 2011 e che avevano anche portato all'arresto in flagranza di reato di sei persone. Gran parte dei “movimenti” di droga si ritiene avvenissero a Sant’Angelo Lodigiano e un uomo e una donna erano accusati di essere i “rivenditori” per alcuni clienti pavesi.

La pena più elevata, 7 anni a fronte dei 10 richiesti dal pm Sara Mantovani, è stata per M.P., un 38enne originario di Milano e residente a Villanova Sillaro in una villetta con piscina. Nel suo caso, avendo già avuto una pena a Milano di 10 anni, in primo grado, per l’accusa di un grosso traffico di cocaina, a Lodi è stata applicata la continuazione, con il risultato che al momento deve scontare in tutto 17 anni di reclusione per droga, salvo diverse decisioni in appello. Altri due imputati, B.S. e B.G. di 30 e 31 anni, escono dalla vicenda, in primo grado, con 8 anni di carcere a testa. E in due, i 26enni S.I. e B.G., hanno avuto 5 anni per patteggiamento allargato. Tutte le condanne, sommate, portano a una pena complessiva pari a 80 anni di reclusione.

Un negozio di Sant’Angelo frequentato da giovani era stato identificato come uno dei punti di incontro abituali per pianificare commerci di droga. Un’altra particolarità dell’inchiesta è che il coinvolgimento di stranieri nella “rete” di spaccio era quasi nullo. Le indagini, basate anche su intercettazioni nelle quali si parlava di “videogiochi”, erano state sintetizzate in un’ordinanza cautelare di 200 pagine. Il 38enne di Villanova, pur avendo preso le distanze dagli ambienti milanesi in cui la cocaina veniva procurata da persone vicine alla ’ndrangheta, si ritiene fosse in qualche modo uno dei coordinatori delle attività di spaccio. Proprio la nutrita documentazione degli episodi, in un’attività investigativa durata oltre un anno e mezzo, ha portato il gup a non assolvere nessuno.

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