Il pieno al furgoncino con il biogas

Venerdì scorso un furgoncino Fiat Fiorino ha percorso i primi metri all’interno di una corte agricola senza utilizzare combustibili fossili, ma solo il gas generato dagli scarti delle stalle: il combustibile si chiama idrometano, miscela di idrogeno e metano, e quei pochi metri potrebbero segnare il classico grande passo dell’umanità. Se poi si pensa che questa sperimentazione è tutta made in Italy, anzi è decisamente lodigiana, visto che è stata effettuata alla cascina Castagna di Pieve Fissiraga, c’è da ben sperare. Va detto che da molti anni in Brasile ma anche in diverse nazioni del Nord Europa ci sono vetture di serie che viaggiano con alcol ricavato dai vegetali, anche in questo caso senza ricorrere al petrolio. Ma in questo caso si utilizzano piante che sono appositamente coltivate per farne combustibile. Il progetto di Pieve Fissiraga invece utilizza rifiuti, e il sottoprodotto è un fertilizzante che, a differenza dei reflui tali e quali, non causa molestie olfattive quando viene sparso.

A portare avanti la sperimentazione è la società agricola dei fratelli Toninelli, che già oggi vanta una potenza installata di circa 3.750 kilowatt elettrici da fonti rinnovabili nelle sue cascine: due impianti da un megawatt con fermentazione anaerobica della frazione umida dei rifiuti domestici, un sistema di tetti fotovoltaici a cascina Luna (Marudo) da 530 kilowatt, un altro biogas che utilizza gli scarti degli allevamenti suini e bovini e ora questo nuovo impianto che genera anche gas per autotrazione.

Si tratta di un impianto più piccolo degli altri, che genera una potenza elettrica di 250 kilowatt. L’elettricità viene usata per la cascina e l’eccedenza venduta con il conto energia. Fra l’altro, trattandosi di un prodotto dell’agricoltura, il ricavato della vendita della corrente non viene tassato. Ma non è finita: il generatore è un grosso motore e in quanto tale disperde calore che viene recuperato per climatizzare le stalle. Il generatore funziona a biogas, prodotta dalla fermentazione dei liquami e degli scarti del mangimificio aziendale: la novità è che questo biogas viene ulteriormente raffinato e se ne ricavano idrogeno e metano puri.

Il progetto nasce dal lavoro del Gruppo Ricicla – Disaa dell’Università degli studi di Milano, in collaborazione con il Parco Tecnolocigo Padano, e fa parte di un progetto per l’innovazione del mondo agricolo finanziato dall’Ente nazionale meccanizzazione agricola. La realizzazione è affidata a una società di Padova, che ha anche curato la trasformazione del Fiorino a benzina per l’alimentazione a idrometano. «In realtà sul veicolo c’è un normale impianto a metano – spiega Massimo Toninelli -. Il nuovo impianto è in fase di test da un paio di mesi e settimana scorsa abbiamo percorso i primi metri senza passare dal distributore. L’obiettivo è di alimentare progressivamente in questo modo tutti i veicoli aziendali». Entro il mese di luglio si conta di poter presentare ufficialmente il progetto e di cominciare a circolare con il Fiorino su strada. Toninelli è più che soddisfatto di essere stato tra i pionieri dell’energia rinnovabile. Se questa sperimentazione funzionerà su ampia scala, tra qualche anno non sarà più fantascienza l’idea di poter fare il pieno di gas all’auto direttamente da un impianto di compostaggio.

Una sperimentazione tutta lodigiana alla cascina Castagna di Pieve Fissiraga, dove venerdì un furgoncino ha percorso i primi metri utilizzando come carburante il gas generato dagli scarti delle stalle. Si è trattato di un momento fondamentale del progetto avviato dai ricercatori della Statale di Milano che vogliono ricavare energia dalla fermentazione dei rifiuti

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