Il comune “sfida” Italia 90 in tribunale

Palazzo Delmati si costituisce parte civile e chiede un risarcimento

«Un atto dovuto per un comune che, come tale, deve fare gli interessi generali della cittadinanza». Palazzo Delmati scioglie la riserva sulla decisione di costituirsi parte civile nel procedimento “bufera” che coinvolge a vario titolo i titolari di Italia 90, società che si era aggiudicata lo smaltimento dei rifiuti in città, e i vertici dell’ufficio tecnico comunale.

La notizia è stata resa pubblica attraverso una delibera di giunta in cui Palazzo Delmati ha messo nero bianco la decisione di «esercitare l’azione civile per la restituzione e il risarcimento dei danni riconducibili» oltre che «di costituirsi parte civile nei confronti degli imputati e di altri eventuali responsabili» con l’obiettivo di chiedere «la refusione dei danni tutti dal Comune, di ogni natura o sorta». Una vicenda, quella di Italia 90, che ha sconvolto la città e che nel procedimento contempla reati come l’estorsione, la turbativa d’asta, la rivelazione del segreto d’ufficio, il falso ideologico e di diverse ipotesi di truffa ai danni dei comuni. Una vicenda che arriverà nelle aule dei tribunali tra poco meno di un mese e, in cui, il comune di Sant’Angelo ha deciso di costituirsi parte civile. Tra le motivazioni, il fatto che il procedimento penale è stato instaurato dall’autorità giudiziaria a seguito di indagini svolte che coinvolgevano proprio la gestione integrata dei rifiuti a Sant’Angelo Lodigiano e il maxi appalto da 5 milioni di euro, per gli anni dal 2009 al 2013, finito prima nella mani della M.Eco di Trapani, poi tornato in quelle di Italia 90 dopo una misteriosa rinuncia della concorrente e poi stralciato da indagini e arresti.

Un appalto, si legge ancora nella delibera, turbato da «amministratori e collaboratori di Italia 90, d’intesa con i dirigenti comunali» per consentire l’aggiudicazione «di frodo» ad Italia 90 che già aveva operato a Sant’Angelo. Fatti che «risultano aver provocato un danno patrimoniale al Comune» senza contare «il danno al prestigio dell’Ente e dei propri amministratori». Danni che Palazzo Delmati ha intenzione di recuperare con la costituzione in giudizio nel procedimento che inizierà nel giro di meno di un mese. Ad occuparsi della nota vicenda nelle aule dei tribunali sarà l’avvocato milanese Adriano Pilia, già impegnato nella tutela del comune di Sant’Angelo contro i ricorsi di Italia 90, ai tempi della revoca dell’appalto milionario.

Una questione spinosa anche perché coinvolge due dipendenti comunali, si legge ancora nel documento ufficiale, «per aver asservito la funzione pubblica ad interessi privati». Se il comune ha deciso di costituirsi parte civile, il sindaco Domenico Crespi sceglie parole equilibrate per commentare la notizia. «Non abbiamo nessuna sentenza e nessun giudizio in tasca - ha detto il sindaco - e questo non è un atto punitivo nei confronti di qualcuno. Come amministratori dobbiamo tutelare gli interessi di tutta la cittadinanza e quindi si tratta di un atto dovuto. Se non lo facessimo, qualcuno potrebbe chiedercene conto in futuro».

Rossella Mungiello

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