
Cronaca / Centro Lodigiano
Mercoledì 10 Settembre 2025
Guerini si racconta: «Fu un sacerdote
a incoraggiarmi all’impegno politico»
SANT’ANGELO L’ex ministro ospite per San Rocco: «Chi fa soffrire popoli sarà condannato dalla Storia»
E se la prima cosa a colpire durante un’intervista non fosse una risposta, ma una giacca posata con naturalezza? È iniziata così l’intervista di lunedì sera, in occasione della sagra santangiolina di San Rocco, a Lorenzo Guerini, attuale presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), già ministro della Difesa sotto i governi Conte II e Draghi, e figura politica di lungo corso per il territorio lodigiano. Un dettaglio all’apparenza banale, ma che ha detto molto. Era il modo di sentirsi a casa. E non solo in senso simbolico, perché Lorenzo Guerini a casa lo era per davvero, lì all’oratorio San Rocco di Sant’Angelo Lodigiano, nel cuore di quel territorio che lo ha visto nascere, crescere e muovere i primi passi nella politica: prima presidente della Provincia di Lodi, poi sindaco del capoluogo, oggi a Roma, ma con radici che non ha mai tagliato. A condurla, il giornalista Ferruccio Pallavera, volto storico locale ed ex direttore de «Il Cittadino».

I due hanno ripercorso insieme le tappe di una carriera costruita con metodo: «A incorragiarmi fin da subito nella politica fu don Luigi Fioretti - ha spiegato Guerini -, inizialmente mi fece l’abbonamento ai mensili La Civiltà Cattolica e L’Aggiornamento Sociale. Fu lui a spronarmi verso le prime candidature. Ero giovane, avevo appena 21 anni, ma decisi di lanciarmi».. Da lì, un percorso in ascesa. Fino alla guida della Provincia di Lodi: «Anni in cui ho conosciuto la paura, ma anche la soddisfazione di essere affiancato da persone competenti, che mi lasciavano autonomia, accompagnandomi sempre con consigli preziosi. l periodo più intenso della mia vita? Il sindaco. È stato un incarico gratificante, ma anche molto più impegnativo di quanto si possa pensare. Poi ci sono stati momenti davvero duri, come la scomparsa del mio vicesindaco, Mario Cremonesi. Non era solo un collega, ma un amico. Quella perdita mi ha segnato».

Il confronto è entrato subito nel vivo con una domanda diretta: «Putin e Netanyahu, li metti sullo stesso piano?» Guerini non si sottrae: «Entrambi responsabili delle sofferenze che stanno vivendo tantissime persone. Saranno condannati dalla storia». Sull’invasione russa dell’Ucraina, Guerini ricostruisce le fasi iniziali con precisione: «L’operazione era stata concepita diversamente da Putin: doveva concludersi in pochi giorni, con la caduta di Zelensky. Ma la resistenza ucraina ha cambiato tutto». Riguardo al fronte mediorientale: «Quando vogliono attaccarmi, mi definiscono amico di Israele. Io credo che Israele sia un attore fondamentale per l’equilibrio del Medio Oriente. Ho salutato con favore gli Accordi di Abramo, ma quei trattati hanno totalmente ignorato la questione palestinese». «La reazione di Netanyahu? Moralmente inaccettabile».
Infine, un passaggio importante sulla questione del riarmo europeo: «Gli equilibri sono cambiati: gli Stati Uniti, per ragioni di politica interna, non garantiscono più la stessa protezione, e ce lo hanno detto chiaramente: l’Europa deve fare di più. Se vogliamo contare nel mondo, dobbiamo iniziare a investire anche sulla nostra difesa comune».
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