Graffignanino scopre nuove particelle

Tra il cielo, a districarsi tra quasar e supernove, e le colline, quelle verdeggianti di Graffignana. Passa così la sua vita Marco Roncadelli, tra i big della comunità scientifica internazionale, ricercatore dell’Istituto nazionale di fisica nucleare a Pavia, graffignanino “doc” dal 1999. Tra convegni e studi portati avanti in tutto il mondo, il fisico delle particelle ha scelto più di dieci anni fa di vivere a Graffignana con la moglie Daniela Sangalli, da cui fa la spola verso gli uffici di Pavia.

Il suo nome, in queste settimane, ha fatto di nuovo il giro del mondo per uno studio portato avanti con altri tre colleghi italiani, Fabrizio Tavecchio (Inaf, Osservatorio di Brera) Giorgio Galanti (Università dell’Insubria) e Giacomo Bonnoli (Inaf, Osservatorio di Brera), che sembra portare dritto dritto alla scoperta dell’esistenza di particelle elementari ultraleggere, chiamate con l’acronimo Alp (axion-like particle), finora mai osservate, ma solo teorizzate.

La loro esistenza, secondo i quattro ricercatori, risolve l’enigma di un quasar (oggetto astronomico che somiglia a una stella con uno spostamento verso il rosso, ndr) che, nel giugno 2010, sotto gli occhi di Fermi, il satellite della Nasa a cui partecipano anche Inaf e Infn, ha iniziato a registrare un aumento impressionante della sua luminosità. Il quasar anomalo ha spinto dunque Roncadelli e i colleghi di ricerca a rifarsi ai dati del telescopio Magic, sull’isola di La Palma nell’arcipelago delle Canarie, che hanno rivelato altri risultati sorprendenti. In dieci minuti, infatti, il flusso registrato raddoppiava il proprio valore. Dati che, secondo i ricercatori che hanno pubblicato i risultati sulla rivista Physical Review D, possono essere spiegati con l’esistenza di queste particelle elementari ultraleggere che non interagiscono con alcuna particella nota tranne che con il fotone.

Per il fisico di Graffignana, raggiunto al telefono mentre si trovava a Monaco per un convegno, «la spiegazione è naturale e non è una risposta creata ad hoc per comprendere fenomeni che sfuggono - racconta Roncadelli -. La mia emozione sta in questo, nel superare le sfide che derivano dal disordine dell’universo mettendo ordine con nuove spiegazioni, comprendendo così leggi ancora non conosciamo». Il graffignanino d’adozione, nato a Cremona il 2 aprile 1955, non ha mai avuto dubbi sulla sua strada (laurea a Pavia, quattro anni di studi a Monaco, poi il ruolo come ricercatore a Pavia e due anni al Cern di Ginevra), ma riconosce le difficoltà dei giovani di oggi. «Il consiglio che mi sento di dare ai ragazzi che vogliono percorrere queste strada è di andare all’estero - dice - e non solo perché si tratta di un’esperienza culturalmente ricca, ma anche perché in Italia la ricerca è un disastro completo. Mancano i fondi, ma non ci sono nemmeno considerazione e attenzione. Un giovane con cui collaboro ha vinto il concorso a Bari come ricercatore, ma non può andarci. È costretto a stare all’estero, perchè in quell’università non hanno i soldi per pagarlo».

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